“Sono innocui giri di valzer” come disse il cancelliere tedesco Bülow nel 1902 sulla fedeltà italiana. Italia che a quei tempi “flirtava” con le democrazie europee e che non era una minaccia.
Noi sappiamo che la storia è ciclica: l’Italia non è che poi conti un granché sul piano estero. L’abbiamo potuto notare dalle forzature superficiali in Unione europea per il Recovery Fund alla scarcerazione dei 18 pescatori italiani in Libia. L’Italia dell’avvocato Giuseppe Conte non sa che pesci prendere.
“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” è una parafrasi della spedizione nostrana a Bruxelles alla ricerca di fondi per la sanità o per il sostegno all’economia locale (cercando di mai citare il mostro MES).
Morale della favola? Mai terminata, l’operazione. E’ possibile mai che l’Italia quando si impunta e cerca di sbattere i pugni, il risultato è perennemente zero?
Vedendo i rendiconti di come saranno distribuiti i fondi del Recovery Fund è straziante vedere un 9 miliardi sulla sanità, mentre al green ne saranno destinati 74 e al digitale 48. Un schiaffo europeo, blu e stellato al popolo italiano, che ha visto spegnere quasi 70.000 vite dal COVID-19.
Per recuperare una perdita d’immagine abbastanza grave, come quello del fallimento europeo, una passarella in Libia mano per mano con il Generale libico Khalīfa Belqāsim Ḥaftar Alferjani, per liberare i 18 pescatori italiani poteva fare al loro caso.
Peccato che da indiscrezioni dell’armatore Marco Marrone e il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, il merito di questo apparente successo non è né del premier Giuseppe Conte né del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ma di Vladimir Putin.
“E’ stato Putin con le sue telefonate ad Haftar a farli liberare, questa è la verità di quello che è successo” si sente da una chiamata in vivavoce fra i due. Voce non smentita dagli uffici stampa di Palazzo Chigi.
Anche questo giro di valzer è stato un errore: in primo luogo per le foto spalla a spalla con un Generale e capo di Stato che ogni giorno fa partire barche di immigrati dalla sua costa e ha lager dove fa marcire gli ultimi prima della partenza, un dialogo che è fallimentare dall’incipit.
E’ dura da digerire ma l’Italia ad oggi è irrisoria proprio come nel 1902, nel contesto geopolitico.