Ripensare il sistema di welfare per salvare i nostri anziani

Salviamo i nostri anziani. Anche se non sono nostri nonni, zii o parenti, ci preoccupa la “scelta” di una società che scarta gli anziani, dimenticandoli o abbandonandoli. Le risorse del Paese devono essere utilizzate per salvare il maggior numero possibile di vite. L’età avanzata e le eventuali patologie non giustificano questa sorta di scelta. Non ci possiamo rassegnare a tutto ciò. Lo diciamo a chiare note, per questo è fondamentale il coinvolgimento delle famiglie, affinché questo processo non si trasformi in uno scarico di responsabilità e compiti, che inevitabilmente si ripercuote, nei processi di cura e di assistenza, sugli anziani.

Cosi come, è urgente, specie in questa fase, ripensare tutto il sistema del welfare di assistenza territoriale, che significa, nel contesto generale, in cui si registrano ogni giorno decessi di anziani per Covid-19, mettere in campo risorse per facilitare il sostegno a domicilio. Le testimonianze di tanti anziani e il grido di dolore che arriva dalle residenze, toccano il cuore di ciascuno e pongono interrogativi: dove stiamo andando e che società stiamo consegnando alle future generazioni?

Ai Comuni, senza tralasciare gli altri compiti d’istituto, spetta, soprattutto, di fare delle scelte coraggiose rimpinguando il capitolo relativa alla voce “sociale”, con particolare attenzione alla fascia più debole della popolazione. Anche il problema della gestione nelle Rsa non è una novità e, anzi, è stato un leitmotiv durante la prima ondata di marzo che ha visto l’apertura di 40 indagini su altrettante strutture per anziani in tutta Italia. Dall’inizio della pandemia sono oltre 30mila le persone morte della fascia d’età over 60.

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