Tra i dati tragici che ogni giorno vengono diffusi riguardo a morti e contagiati, si profila un orizzonte più rassicurante: in poco più di una settimana, due vaccini sono quasi pronti.
Guarda caso, ambedue americani, resi noti subito dopo il risultato delle elezioni presidenziali.
Tuttavia, siccome nel nostro bel Paese insieme a una soluzione deve sorgere un nuovo problema, è iniziata la caccia ai frigoriferi. Quelli che gli italiani comprarono tra marzo e aprile, in considerazione del lockdown e per alleggerire la convivenza famigliare, nonché affaticare le bilance, non sono buoni. Serviranno, qualora l’Italia si tingesse tutta di rosso, ma per l’antidoto non vanno bene. Serve di più, ovvero frigoriferi in grado di mantenere a temperature bassissime il vaccino per un determinato numero di giorni.
E allora, anziché aspettare la diffusione della cura, per una volta preveniamo il problema, prima di doverlo risolvere in fretta e furia. Cerchiamo frigoriferi ad hoc, facciamo in modo che siano diffusi in tutti gli ospedali e le cliniche del territorio nazionale, senza che il vaccino diventi un ulteriore discrimen sociale fra chi vive in zone più avvantaggiate e chi risiede in luoghi meno agiati.
Infine, a frigoriferi trovati, vediamo se dentro c’è qualche grande politico del passato che, a insaputa di tutti, ha deciso di crio-conservarsi, con l’idea (piuttosto infelice, a posteriori) di voler provare a vivere nel mondo di oggi. Magari, al posto di Di Maio o Toninelli, ritroviamo Andreotti.
E benediciamo chi ha inventato questi frigoriferi, in grado di estinguere virus e politicanti in un colpo solo.