UE: vertice sul terrorismo. Non convocate Italia, Grecia e Spagna

In Europa, l’11 novembre, si è tenuto un vertice con al centro la lotta al fenomeno del terrorismo islamico, dopo i fatti di Vienna e Nizza.

Un vertice di questo tipo, in Unione europea, è sacrosanto, per discutere dei modi e dei luoghi dove troncare forme di jihaidismo.

Reti web e social network sotto stretto controllo (soprattutto su What’sapp, Telegram ed Signal), ma anche discussioni sull’antiradicalizzazione, sulle frontiere e la revisione di Schengen, tema che ci coinvolge in prima linea, debbono essere al centeo dell’agenda politica internazionale. Come non debbono mancare analisi approfondite su parole ambigue come “formazione europea” per gli Imam e responsabili di moschee. Insomma, un patto europeo per fermare la piaga del terrorismo.

Bene, anzi ottimo.

Peccato però che l’Italia non sia stata invitata al vertice. L’Unione europea dei due leader Ursula von der Leyen e Charles Michel, invece di accendere una discussione estesa a tutti i paesi membri, dialoga esclusivamente con Francia, Olanda, Germania e Austria, e quindi, rispettivamente, con Emmanuel Macron, Mark Rutte, Angela Merkel e Sebastian Kurz.

L’egocentrismo della macchina europea perde il filo rosso da cui tutto parte: a Nizza. il terrorista della cattedrale era sbarcato in Italia, proprio a Lampedusa. Rivedere le priorità e i punti cardini delle debolezze europea li dove serve è la chiave di volta per contrastare davvero la violenza del terrorismo islamico.

Senza pensare che l’Italia potrebbe dare lezioni a tutto il mondo sulla gestione dell’Intelligence – perché il nostro Paese ha già vissuto fenomeni terroristici in casa. Ovviamente facendo le dovute distinzioni, perché il terrorismo nostrano è sicuramente cosa diversa da quello di origine jihadista, ma lascia un bagaglio di esperienza e capacità che sicuramente possono essere fondamentali in questa battaglia odierna.

Escluderla l’Italia dai tavoli settoriali, quindi, è ed è stato un errore madornale. Come d’altronde lo è, escludere la Grecia per il fattore turco, e la Spagna, paese anch’esso coinvolto nel tema dell’immigrazione.

L’interdisciplinarietà e la collaborazione sui metodi e tecnologie usate, assieme alle esperienze nazionali pregresse, aumenta la consapevolezza dei paesi sul tema stesso.

Dopo l’austerità subita, il completo assoggettamento all’Unione europea, nonostante i fondi del Recovery Fund ancora non arrivati, non siamo tutt’ora coinvolti nelle scelte europee, quelle importanti.

Triste e dura verità.

Sono queste le decisioni che andrebbero decise a tavolino collegialmente con i principali attori europei, e non altre che, invece, a volte si sono dimostrate futili e dannose per il nostro settore agroalimentare.

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