La commemorazione dei defunti e le sue indulgenze saranno estese per trenta giorni
Il decreto apostolico.
È uscito pochi giorni fa, il 22 ottobre 2020, il Decreto della Penitenzieria Apostolica della Santa Sede, circa le indulgenze plenarie per i fedeli defunti nell’attuale situazione di pandemia, che esordisce “Vertente anno, propter pandemiam morbi “covid 19”, Indulgentiae plenariae pro fidelibus defunctis totum prorogabuntur per mensem novembrem, commutatis condicionibus piisque operibus, ut christianus populus in tuto sit.” “Questo anno -afferma in esordio il decreto pontificio- nelle attuali contingenze dovute alla pandemia da “covid-19”, le Indulgenze plenarie per i fedeli defunti saranno prorogate per tutto il mese di Novembre, con adeguamento delle opere e delle condizioni a garantire l’incolumità dei fedeli.”
Il testo, partendo dalla fine, recita perentorio che il Decreto è valido per tutto il mese di novembre. Nonostante qualsiasi disposizione contraria.
L’indulgenza per la Chiesa Romana.
In premessa corre l’obbligo di chiedersi: che cosa è una indulgenza per la Chiesa Cattolica? Essa si identifica come la circostanza di estinguere una parte identificabile (parziale o totale) delle conseguenze di un peccato, definite come la pena temporale, dal peccatore che abbia confessato con pentimento sincero il suo errore e sia stato perdonato tramite il sacramento della confessione. Tali indulgenze possono essere lucrate con fede anche per un defunto a determinate condizioni dettate nell’Enchiridion indulgentiarum, il manuale delle indulgenze, un testo normativo della Chiesa Romana.
Quali sono le indulgenze plenarie da qui a fine anno e quali le altre disposizioni?
Fra le indulgenze plenarie concesse, si individuano quella dell’ottavario di Ognissanti (gli otto giorni dal 1 all’8 di novembre) e del giorno della commemorazione dei fedeli defunti (2 novembre), cronologicamente ci aspetteranno poi quella della domenica della Solennità di Cristo Re dell’universo, la domenica che conclude l’anno liturgico prima dell’Avvento, e il 31 dicembre, vigilia del nuovo anno solare.
Nel decreto emesso lo scorso 22 ottobre, il Cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore della Curia, e Christophorus Nykiel reggente della stessa, hanno spiegato: “Sono pervenute a questa Penitenzieria Apostolica non poche suppliche di Sacri Pastori i quali chiedevano che quest’anno, a causa dell’epidemia da covid-19, venissero commutate le pie opere per conseguire le Indulgenze plenarie applicabili alle anime del Purgatorio, a norma del Manuale delle Indulgenze (conc. 29, § 1).”
Per tale ragione la Penitenzieria Apostolica, ottenuto un mandato speciale di Sua Santità Papa Francesco, ben volentieri ha definito e deciso che quest’anno, per evitare assembramenti laddove fossero proibiti: “l’Indulgenza plenaria per quanti visitino un cimitero e preghino per i defunti anche soltanto mentalmente, stabilita di norma solo nei singoli giorni dal 1° all’8 novembre, può essere trasferita ad altri giorni dello stesso mese fino al suo termine,” anche disgiuntamente. Poi ancora si legge che l’indulgenza del 2 novembre per il ricordo dei cari defunti può ugualmente lucrarsi (questo è il termine corretto per l’ottenimento dell’indulgenza) in ogni giorno del mese di novembre,” con l’importante specifica che si reciti il Credo e il Padre nostro.
In conclusione del testo si ha un dato importante per inizio del mese, rivolto a tutti i sacerdoti per l’appena trascorso 2 novembre: “poiché le anime del Purgatorio vengono aiutate dai suffragi dei fedeli e specialmente con il sacrificio dell’Altare a Dio gradito (cfr. Conc. Tr. Sess. XXV, decr. De Purgatorio), tutti i sacerdoti sono vivamente invitati a celebrare tre volte la Santa Messa il giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, a norma della Costituzione Apostolica “Incruentum Altaris”, emessa da Papa Benedetto XV, di venerata memoria, il 10 agosto 1915.”
Poi continua il testo normativo: “Gli anziani, i malati e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, ad esempio a causa di restrizioni imposte dall’autorità competente per il tempo di pandemia, onde evitare che numerosi fedeli si affollino nei luoghi sacri, potranno conseguire l’Indulgenza plenaria purché, unendosi spiritualmente a tutti gli altri fedeli, distaccati completamente dal peccato e con l’intenzione di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, recitino pie orazioni per i defunti, ad esempio le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei Defunti, il Rosario Mariano, la Coroncina della Divina Misericordia, altre preghiere per i defunti più care ai fedeli, o si intrattengano nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti, o compiano un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita.”
Il ruolo dei sacerdoti sarà al centro dell’attenzione e dello zelo pastorale, infatti, si legge che per un più agevole conseguimento della grazia divina attraverso la carità pastorale, la Penitenzieria ha pregato vivamente che tutti i sacerdoti provvisti delle opportune facoltà, si offrano con particolare generosità in questo mese alla celebrazione del sacramento della Penitenza e amministrino la Santa Comunione agli infermi.
Nondimeno, per quanto attiene ai requisiti di carattere morale e spirituale per l’ottenimento certo dell’indulgenza si fanno valere le disposizioni indicate nella nota emessa dalla Penitenzieria il 19 marzo scorso, in pieno lockdown.