Riciclaggio degli oli esausti: una nuova soluzione Green per preservare il pianeta

Il riciclaggio degli oli esausti è un settore specifico del riciclaggio dei rifiuti, consistente in una serie di operazioni effettuate su oli minerali usati oppure oli vegetali di scarto per ottenere nuovi oli rigenerati da reintrodurre nel mercato. Questa forma di riciclaggio è nata quando ci si è resi conto degli ingenti danni che gli oli esausti hanno provocato a tutto l’ecosistema; in particolare, il loro sversamento diretto in natura riduce la quantità di ossigeno disponibile per flora e fauna ed impedisce alle sostanze nutritive di giungere in profondità per via di una patina che l’olio stesso rilascia sul terreno, patina che genera uno sbarramento per detti nutrienti, mentre la loro combustione incontrollata comporta la formazione di sostanze tossiche, che le persone respirano quotidianamente. 

Questi campanelli d’allarme importanti lanciati dalle varie associazioni ambientaliste e dalla comunità scientifica hanno spinto alla ricerca di soluzioni per poter smaltire e riutilizzare questi materiali di scarto: in Italia un lavoro fondamentale è svolto dal CONOE (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli grassi vegetali ed animali esausti), che ha sostanzialmente due compiti essenziali:

  • controllare le filiere degli oli e dei grassi esausti proprio a fini ambientali
  • Ridurre, in maniera progressiva, la dispersione di questi oli

In natura esistono tre tipi di oli esausti:

  • Oli chiari, che provengono dalle industrie
  • Ol scuri, che derivano sopratutto dalle macchine (il colore scuro è dato dai residui metallici presenti
  • Oli esausti solubili (es. l’olio di frittura)

Per ogni tipo di olio è previsto un ritiro ed uno smaltimento diverso, perché presentano una struttura chimica differente in base al loro utilizzo (ad esempio l’olio da frittura si ossida con il processo di cottura e, assorbendo le parti carbonizzate del cibo assume agenti pericolosi per la salute)

Andando più nel dettaglio, gli oli sostanzialmente possono subire tre tipi di processo:

  1. Rigenerazione degli oli esausti
  2. Combustione degli oli esausti
  3. Termodistruzione degli oli esausti

Nel primo processo, l’olio in pratica viene trasformato chimicamente in una base lubrificante rigenerata, con caratteristiche qualitative simili a quelle delle basi ricavate dalla raffinazione del petrolio.

Il secondo processo, invece, consiste nella possibilità inviare gli oli ad impianti per la produzione di cemento per poter essere riutilizzati come fonte energetica grazie al loro potere calorifero.

Il terzo ed ultimo processo non è proprio una forma di riciclaggio, quanto una di smaltimento, visto che in questo caso si provvederanno ad eliminare definitivamente quegli oli che non possono essere riciclati data la presenza di additivi inquinanti e sostanze pericolose presenti nella loro composizione chimica.

Per concludere, di recente è stato introdotto un nuovo processo riguardante gli oli né rigenerati né inviati alla combustione per via di alcuni parametri fuori specifica: questo si chiama trattamento e prevede il recupero delle caratteristiche da parte di olio per poter diventare idoneo al riciclaggio. 

Il riciclaggio degli oli sta assumendo un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana, ma tante città sono sprovviste degli impianti necessari allo smaltimento; questo va a dimostrare per l’ennesima volta, che si investe troppo poco nell’industria del riciclaggio e che, in generale, si fa troppo poco per migliorare le nostre condizioni di vita.

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