Il ministro Speranza (solo all’anagrafe), in prima serata nel luogo principale deputato alle comunicazioni istituzionali, cioè lo studio di Fazio, ha detto che l’esecutivo confida che siano i cittadini a segnalare eventuali assembramenti in luogo privato. I vicini di casa sarebbero stati i moschettieri del ventunesimo secolo, all’erta e vigili se qualcuno, stando alle voci che oltrepassano i muri dell’appartamento, ha in casa più di 10 persone; guai a chi trasgredisce!
Appena due giorni fa, tuttavia, è arrivato il dietrofront, perché le delazioni avrebbero messo a rischio la costituzionalità del decreto. In effetti, in un Paese intriso di livore, alimentare l’invidia sociale non è la misura più intelligente. E così, anziché un divieto, quella del premier è una “forte raccomandazione”.
Tradotto, il padrone di casa potrà continuare a nascondere le eventuali amanti nell’armadio della camera, come ogni buona commedia insegna, senza un limite numerico e senza il timore che qualcun altro, fuorché sua moglie, apra le ante e scopra l’arcano.
Unico limite: pudore e fedeltà coniugale. Fuori casa, a evitare incontri ravvicinati, ci pensa il governo.