Arriva la conferma da viale Trastevere: gli studenti potranno continuare a mettere via la mascherina, una volta seduti al banco. Mentre il presidente del Consiglio Conte raccomanda agli italiani la maggiore cautela possibile (addirittura dentro le case private), la ministra Azzolina va avanti col protocollo stabilito in estate.
La sera del 7 ottobre il ministro lo conferma in diretta tv su La 7, mentre Enrico Mentana la intervista con la mascherina; l’informazione è offerta al pubblico con nonchalance e con ostentata tranquillità, prima che Lucia Azzolina sia coinvolta in una controversa discussione sul prossimo concorso straordinario per i precari storici.
Stupisce che i protocolli scolastici non siano abbastanza flessibili da accogliere modifiche in base all’andamento della situazione epidemiologica, soprattutto dato che si profila l’obbligo di proteggere le vie respiratorie anche all’aperto. Stupisce anche che non si sia pensato a una soluzione diversificata per età: è difficile imporre sei ore di mascherina a un bambino di sei anni, ma potrebbe essere possibile farlo in un liceo; avrebbe persino delle valide implicazioni educative, azzarderei. Come possiamo pretendere che un adolescente, fuori dall’istituto, rispetti le stesse regole di igiene respiratoria che trascuriamo nella scuola?
Intanto, la lista delle scuole italiane coinvolte in situazioni di indagine sanitaria si allunga. Preoccupa il caso di Taranto, sede di una classe con ben diciassette studenti positivi: situazioni di questo tipo devono essere evitate e arginate il più possibile.