Ennesimo caso di bodyshaming che da qualche giorno tiene testa sui vari social network, divisi tra chi considera la giovane modella Armine Harutyunyan “non adatta a sfilare sulle passerelle” e chi, al contrario, difende le diverse tipologie di bellezze che da sempre caratterizzano le donne, sia modelle che non.
Armine è una ragazza di origini armene, ha 23 anni ed è stata scritturata dal noto marchio italiano Gucci per sfilare durante la Milano Fashion Week nel settembre 2019. Se all’epoca è passata quasi inosservata, ha fatto però scalpore la sua presenza nella classifica delle 100 modelle più belle e sexy del mondo.
È innegabile che la giovane sia lontana dai classici canoni di bellezza che solitamente popolano il mondo della moda. Le sue folte sopracciglia, il naso pronunciato non sono andati giù ai classici leoni da tastiera che girano da sempre sul web e che non si sono risparmiati di attaccare sia la scelta di inserirla in questa classifica di nicchia sia la ragazza stessa, inondandola di insulti sul suo profilo Instagram, rovinandole così una soddisfazione professionale che ogni modella sogna di vivere.
Molti, però, intelligentemente, hanno trovato opportuno l’oneroso riconoscimento ad Armine, rendendo merito alla volontà da parte del mondo della moda di rendere “normale” un tipo di bellezza che fino a qualche anno fa era praticamente impensabile vedere sfilare.
E stiamo attenti a non parlare di diversità, perché il caso della Harutyunyan non è da affibbiare al trito discorsetto su ciò che è abituale e ciò che è lontano dal pensiero di massa.
In un mondo di tante Gigi e Bella Hadid, Alessandra Ambrosio e Kendall Jenner, affermate modelle di oggi, c’è quindi spazio anche per le semplici Armine, capaci di regalare quel tipo di bellezza in grado di rompere schemi artefatti (ed anche un po’ noiosi) di una moda che ha voglia di rinnovarsi e rendere bello ciò che è ordinario.
Quindi, ben vengano le Armine!