“I primi uomini non sapevano niente; sapevano quello che sai tu, fanciullo”, scriveva Pascoli, nel lontano 1897. Quante volte, in una vita frettolosa, fermiamo il tempo e sogniamo di tornare bambini, ingenui e veri, liberi da pregiudizi e da vincoli. Un bambino non ragiona come un adulto, è evidente. È indipendente, dice quello che pensa, senza preconcetti. D’altronde, restiamo tutti stupefatti di fronte al bimbo milanese che ha regalato un disegno pieno di cuoricini ai carabinieri che hanno arrestato il padre, molestatore della moglie, talvolta anche davanti agli occhi del figlio. Sul foglio c’era scritto: “Siete i miei supereroi”. La mitomania dei piccoli.
Un messaggio che commuove, grazie alla sua genuinità profonda. È così facile essere il supereroe di qualcuno? Basta agire secondo giustizia? Magari. La bellezza dei fanciulli è rara e legata al tempo dell’infanzia, col crescere tutto cambia. A volte, per combattere il turbamento e sollevare l’umore, basterebbe nutrire il bambino che è in noi, interrogarlo e scoprire la causa della sua agitazione; ha bisogno di amore e accettazione, esattamente come i grandi.
Tutti conserviamo un’immagine della nostra giovane età, che purtroppo spesso viene dimenticata. Alla fine, non resta che bloccare la clessidra, chiudere gli occhi e sognare noi stessi, piccoli e puri. E se il sogno è, a quanto pare, l’unica arma a nostra disposizione per tornare bambini, perché non usufruirne?
Ricordiamoci che sognare è gratuito, oltreché piacevole.
l’uomo, la persona, cresce troppo e troppo in fretta. Perde, strada facendo, i retaggi arcaici. E quel che è peggio, li denigra. Come Cartesio, si fa accanito sostenitore della Logica. Ma, come dice quel comico, … poi muore!