«Vorrei dire agli italiani che quello che vedono tramite i media, non è la verità. Il Venezuela è nel mezzo di una delle crisi umanitarie più grandi della storia. Le medicine? Non sono di qualità. Gli ospedali non sono più in grado di curare i pazienti normali, figuriamoci un paese con una crisi pandemica. Come fai a combattere il Covid-19 senza riuscire a procurarti l’acqua?».
D. 27 anni, è un ragazzo come tanti. Ama il suo paese, studia affinché il mondo sia un posto migliore, affidato ad una generazione in grado di cambiare la storia. D. ha scelto di rimanere anonimo, ma non di celarsi dietro le verità che giungono dai media mondiali e di raccontare, invece, quello che veramente ha patito in questi ultimi anni.
«La dittatura ha influenzato la mia vita, quasi dal momento stesso in cui sono nato. Dal 1998 in poi, lo stile di vita in Venezuela cominciava a peggiorare sino a quando, nonostante io vivi a Caracas, la capitale, non sono cominciati frequenti blackout e mancanze d’acqua per giorni. Ho conosciuto persone che non hanno visto una singola goccia d’acqua in tre mesi».
«Sono un politologo, penso diversamente dai totalitarismi e per questa ragione posso diventare un obbiettivo del governo. Dopotutto, meno si è a contrastare il regime, meglio è. C’è più facilità di essere imprigionati. Ogni giorno lascio la mia casa senza sapere se riuscirò a tornarci, ormai le insicurezze sono all’ordine del giorno in un paese senza libertà».
«Ogni giorno, mi sveglio sperando che questo incubo finisca presto. Vivo in un paese dove a ventisette anni non posso affittarmi una casa perché è impossibile pagare le rate. Questo è il motivo per cui in tantissimi cercano fortuna all’estero. Il nostro è un paese meraviglioso, ricco di risorse e di persone straordinarie. Abbiamo solo bisogno di un governo che garantisca le nostre libertà, i nostri diritti civili e un’economia salda e affidabile. Lottiamo tutti i giorni per questo».
«L’opposizione? Al momento è in una situazione complessa per via delle sanzioni e degli arresti, che però sono una lama a doppio taglio, capace di far vedere al mondo che tipo di dittatura stiamo vivendo. Quando pensate alla notizia delle elezioni di dicembre, cercate di pensare che questa non è una manovra democratica, ma tentativo di legittimare, ancora di più, la presa al potere di Maduro».
Al termine dell’intervista chiedo a D. se ha mai pensato di lasciare il suo paese.
«Non potrei mai, ho ancora tanto da dare per questo paese. Un giorno, potrò chiamare tutti I miei fratelli venezuelani costretti ad emigrare e potrò dirgli di tornare a casa».
Amnesty International ha creato un sito che raccoglie tutte le notizie relative ad una delle più grandi crisi umanitarie della storia, affinché il mondo possa accorgersi di aver lasciato milioni di persone allo sbando. Non dimentichiamoci di restare umani.