Il santo dottore della Chiesa Tommaso d’Aquino compose la preghiera: “Pie pellicáne, Jesu Dómine, Me immúndum munda tuo sánguine, Cujus una stilla salvum fácere, Totum mundum quit ab ómni scélere” che in latino fra gli inni risalenti al 1264 Adoro Te devote significapio ” o Pellicano, Signore Gesù, purifica me, immondo, col tuo sangue, del quale una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato”.
Intorno al pellicano vi è una santa simbologia cattolica che peraltro nel corso dei secoli è anche stata defraudata, svuotata del suo significato e ricolmata di nuovi significati di natura esoterica ed anticattolica. Ma non si parlerà di quest’ultimo aspetto. Si parlerà piuttosto della simbologia cristiana del pellicano.
Secondo quanto scritto in “IOC World Bird Names – International Ornithologists’ Union”, il Pellicano o Pelacanus è un genere di uccello acquatico, unico genere vivente della famiglia Pelecanidae, categorizzata nel XVIII secolo da Linneo.
Ma se ci distanzia dalle categorie della scienza, per sposare quelle della storia e della teologia, e si fa un breve excursus storico di quella che è stata la simbologia legata al pellicano si scoprirà che esso ha assunto vari e diversi significati.
I greci chiamavano il Pellicano col nome di Onocrotalo, che da un punto di vista etimologico ha tre significati: grido, asino e campanello per il bestiame. Questa commistione di significati è data dal fatto che il verso del Pellicano era simile al raglio dell’asino, inteso e come grido della bestia e come il suono sordo dei sonagli che si soleva legare al collo delle bestie già nell’antichità.
Successivamente esso assumerà un valore emblematico per il cristianesimo cattolico, a partire però da un errore scientifico misto a leggenda.Leonardo Da Vinci scriveva del Pellicano, nei suoi appunti scientifici, che “questo porta grande amore a’ sua nati, e, trovando quelli nel nido morti dal serpente, si punge a riscontro al core, e, col suo piovente sangue bagnandoli, li torna in vita.” La convinzione di Leonardo era giustificata da una fonte antecedente: bestiario redatto ad Alessandria d’Egitto da autore ignoto fra il II e il IV secolo, il Physiologus.In tale opera si legge: “Quando il pellicano ha generato i piccoli, questi, non appena sono un po’ cresciuti, colpiscono il volto dei genitori; i genitori allora li picchiano e li uccidono. In seguito però ne provano compassione, e per tre giorni piangono i figli che hanno ucciso. Il terzo giorno, la madre si percuote il fianco e il suo sangue effondendosi sui corpi morti dei piccoli li risuscita.”
Come si può ben notare, si è alquanto lontani da conoscenza scientifiche chiare del mondo animale, ma queste sono state le più compiute risposte a una domanda: perché il pellicano, tendenzialmente dal piumaggio bianco, aveva sempre macchie di sangue sul petto? Superate le risposte dei primi secoli e superate altresì le varie ipotesi rinascimentali, si è poi pervenuti ad una cognizione certa: il pellicano, svezzando i suoi piccoli, verosimilmente con carne di pesce, si macchia il petto del sangue delle sue prede ittiche.
A partire da quella macchia, erroneamente ritenuta una autoflagellazione dell’uccello, ma che in realtà si sostanzia nella pratica della pesca della preda per svezzare i piccoli, il pellicano è diventato simbolo di abnegazione, sacrificio e dell’incondizionato sentimento d’amore per i figli. Esso è quindi il Cristo della passione, della sofferenza, della crocifissione, della morte. È il Cristo di cui noi preghiamo come emblematica sorgente di sangue ed acqua che scaturisce dal suo stesso cuore, patente per noi e trionfante di vita.
Addirittura, un ulteriore aspetto della simbologia del pellicano e data dall’antica convinzione, questa empirica, che i piccoli del pellicano nascessero tanto deboli da essere quasi moribondi già alla nascita, e che l’uccello adulto nutrisse e curasse col suo sangue i piccoli che poi si accingevano a prendere vigore.Proprio come i cattolici fanno nel Sacrificio Eucaristico della Messa, quando il Vino associato ad una minima goccia d’acqua per mezzo della consacrazione diviene Sangue di Cristo, versato per noi e che facciamo proprio nella comunione sotto le due specie Eucaristiche.
Alchemici e musulmani hanno tentato di rivisitare la simbologia del pellicano, ma la più completa e corretta anche sul versante teologico è quella della Fede Cattolica, per cui Il pellicano si sacrifica e nutre i figli dando la propria vita per la loro vita, come Cristo si sacrifica in croce e nutre noi suoi figli e fratelli dando la propria vita per la nostra vita, emendata dalla sua Grazia.
Ho trovato rappresentazioni molto suggestive del Pellicano con i piccoli della nidiata nell’atto di lacerarsi.Per esempio in una chiesa eretta dai Gesuiti nella seconda meta’ del sedicesimo secolo,nella mia citta’,Lecce.E mi sono ovviamente chiesto il valore simbolico di tale rappresentazione,riconoscendone,in modo istintivo,la forza e la bellezza.Eccellente spiegazione,illustrazione;dotta,perche’ ricca di riferimenti di altissimo tenore letterario e storico,ma anche chiara e esaustiva.Grazie professore!
[…] Ai piedi dell’Albero troviamo il pellicano. E’ un simbolo direttamente riferito a Cristo di cui rappresenta il sacrificio stesso. Raccontare il perché ci porterebbe un po’ lontano ma potete leggerlo cliccando simbologia pellicano […]