È di nuovo giovedì, amici. Una giornata ha inizio ed il week-end è alle porte.
Una settimana si chiude, una questione si apre: quanto noi giovani siamo fortunati ad essere nati in un tempo in cui, più o meno, possediamo tutto e tutto diamo per scontato?
In effetti, spesso assumiamo un atteggiamento incurante davanti all’enorme quantità di beni che abbiamo. Anzi, desideriamo la novità, la specificità, addirittura l’impossibile. E non si tratta di sana ambizione, intendiamoci. È colpa della velocità con la quale il mondo di oggi scorre, e invoglia noi a seguire il suo passo. Missione impossibile. Per noi la macchina col telefono è normalità, basta un tocco per comprare qualsiasi cosa a qualunque prezzo. D’accordo, sia santificato il progresso. Ma dov’è finita la bellezza di una sorpresa, l’attesa di un arrivo, l’emozione per l’agognato regalo, la trepidazione per l’uscita dell’ultimo disco? Commozioni che non conosciamo più, ormai. Invece, per esempio, i nostri genitori vivevano di tali piccole bellezze. Epoche d’epoca.
Scrivo queste righe mentre sorseggio un buon caffè, con una musica in sottofondo.
Il caffè è sempre il solito, ben tostato e ristretto. Ma la musica stavolta non è digitale, né veloce e neppure di facile accesso. Sbagliato.
Di recente, in considerazione dei ragionamenti fatti finora, ho acquistato un vinile originale (1977) del mio cantante preferito e ho rispolverato un vecchio giradischi, che tenevo in casa. Ho imparato come tenere in mano un 33 giri, con quale cura trattarlo e in che modo posizionare la puntina sul disco. Vi garantisco, con sorpresa e non poco imbarazzo, che non è stato semplice, giacché abituato alla gratuità del click. Eppure si tratta di azioni ovvie ed immediate.
Perciò, durante il fine settimana, proviamo a riscoprire i piaceri lenti, lo stupore di un attimo, l’aspettativa di un incontro.
Non lasciamo che la vita scivoli addosso a noi, ma padroneggiamo i nostri istanti.
In fondo, non fa male perdere l’abitudine, per poi ritrovarla, con spirito diverso.
Se solo un po più persone si avvicinassero a questo piacere da lei provato al solo maneggiare un semplice vinile, molte cose, molte azioni, girerebbero meglio. Ma l attuale é veloce, di corsa, di consumo sfrenato. Non ha rivali. Restano ( restiamo) pochi semplici e anacronistici baluardi di uno stile ormai desueto e bistrattato.