Verba manent: barile sospeso

A Napoli c’è la consuetudine del “caffè sospeso”, ossia l’usanza di chi si reca al bar per prendere un caffè e, insieme al suo, ne paga anche un altro, per chi arriverà dopo di lui. Attualmente, chiusi i bar, il caffè non si può sospendere. In compenso, però, qualche giorno fa è sorto un nuovo costume direttamente dagli USA: il barile sospeso. È nero come il caffè e ormai costa altrettanto, ovvero il petrolio. Il sapore, certo, è un po’ diverso (ne sconsigliamo vivamente l’assaggio), così come l’uso che normalmente se ne fa non è proprio lo stesso, anche se, a detta di alcuni, entrambi siano utilizzabili come “carburante”. Eppure, il valore commerciale da un paio di giorni è identico. Il crollo del prezzo al barile (Wti per i più puntigliosi) è sceso al di sotto di un euro, cifra record nella storia. E c’è già chi si dice pronto alla compravendita e alle profezie sul futuro. Noi non ci addentriamo nei meandri della finanza internazionale e della geopolitica, in questa sede.

Tuttavia, suggeriamo di portare avanti la consuetudine napoletanoamericana (d’altronde in America appena dici “Napoli” tutti impazziscono dalla gioia).

E così, a chi speculerà sui primi barili di greggio, rivolgiamo una preghiera: per favore, paga il tuo barile e comprane anche un altro per chi verrà. Saremo ben felici di conservarlo in garage, in vista della Fase Due.

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