CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA. Parlamento Europeo: Lega e Forza Italia votano no ai Corona Bond

Il gruppo dei Verdi in Parlamento Europeo ha presentato un emendamento sui Corona Bond. I gruppi parlamentari di Lega e Forza Italia hanno votato contro. Italia Viva si è astenuta. Fratelli d’Italia, Più Europa, PD e M5S hanno votato a favore. Andiamo con ordine.

COSA DICE IL TESTO DELL’EMENDAMENTO DEI VERDI?

“Per preservare la coesione dell’Ue e l’integrità della sua unione monetaria, una quota sostanziale del debito che sarà emesso per combattere le conseguenze della crisi del Covid-19 dovrà essere mutualizzato a livello Ue”.
In parole povere, i Corona Bond sono un tipo di Euro Bond da emettere per l’emergenza Covid, ma invece di essere mutualizzato dai singoli Stati, se ne fa carico l’UE come unione integra. Verranno sicuramente aumentate delle imposte al livello europeo per rientrare di questi soldi, ma la novità è che l’Europa chiederà la tassa a tutti e non solo agli Stati singoli più duramente colpiti e con difficoltà. La Germania e l’Olanda dovranno pagare tasse europee anche per la nostra crisi (sicuramente, purtroppo, più grande della loro).

LE VOTAZIONI CONTRARIE

L’emendamento è stato rigettato con 326 voti contrari, 272 favorevoli, 74 astenuti.  La stranezza, che più è balzata agli occhi, è il voto contrario unanime della Lega e di Forza Italia. Hanno votato con il centro-destra olandese e tedesco, ma soprattutto con il gruppo parlamentare sovranista di destra ID (fondato dalla Le Pen e Salvini) ha votato compattamente, tranne qualche non italiano astenuto.

Ma se l’Italia voleva questa misura di Eurobond, perché hanno votato contro?             

Affidiamo le revisioni alle dichiarazioni degli esponenti del Carroccio. A partire dagli europarlamentari europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo Identità e democrazia (Id), e Marco Campomenosi, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo, che in una nota fanno sapere “Una proposta che M5s e Pd, sostenitori della Von der Leyen, della Lagarde e sempre più inginocchiati al volere di Bruxelles e Berlino, colpevolmente non hanno mai voluto discutere, troppo impegnati a inseguire soluzioni inutili e dannose per gli italiani: Eurobond significa eurotasse, rinunciare alla sovranità fiscale, consegnare le chiavi di casa a Germania e Troika“.

Rincara la dose Claudio Borghi, il politico membro del comitato tecnico economico della Lega, che su Twitter fa sapere “Non lo so ma spero sia vero. Noi siamo sempre stati contrari agli eurobond. Come ho spiegato mille volte fra sure, bei, mes e eurobond c’è pochissima differenza. L’unico strumento possibile è la BCE”.

A questo punto verrebbe da chiedere il perché di troppe dichiarazioni ondivaghe. L’unico strumento possibile è la BCE. Ma dovrebbe essere proprio la Banca Centrale Europea a emettere i Corona Bond, e stavolta con la mutualità condivisa. Se poi la Lega volesse proporre che la BCE emetta dei titoli e l’Italia non debba restituire nulla, siamo alla fantascienza politico-economica.

Sulla questione, per Forza Italia è intervenuto Massimiliano Salini: “Al Parlamento Ue c’è gente che legge ”l’emendamento-supercazzola“ dei Verdi, inutile e propagandistico, ma non legge la risoluzione che abbiamo votato, e che chiede esattamente ciò che vogliono tutti: emissioni di debito comune garantite dal bilancio Ue. La differenza è tra chi si diverte a fare emendamenti ‘fighetti’ e chi invece vuole mettere l’Eurogruppo con le spalle al muro. Se uno ha voglia di leggere il testo della risoluzione, bene; altrimenti fa solo il furbo. Il resto è spazzatura.”

VOTAZIONE PER RECOVERY FUND: M5S DICE NO

Arriviamo a un’altra controversia. All’emendamento presentato al Parlamento Europeo sul Recovery Fund, strumento per la ripresa in cui si potrebbero inserire per finanziarlo gli Eurobond tanto voluti dal Governo di Roma, il M5S vota no. Forza Italia, Italia Viva, Pd, Più Europa e Fratelli d’Italia votano sì. La Lega si è astenuta.

L’emendamento così recita: “La risoluzione invita la Commissione europea a proporre un massiccio pacchetto di investimenti per la ripresa e la ricostruzione a sostegno dell’economia europea dopo la crisi, che vada al di là di ciò che stanno già facendo il Meccanismo europeo di stabilità, la Banca europea per gli investimenti e la Banca centrale europea e che si inserisca nel nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP); ritiene che detto pacchetto dovrebbe essere messo in atto per tutto il perdurare delle perturbazioni economiche provocate da questa crisi; ritiene che gli investimenti necessari potrebbero essere finanziati attraverso un QFP ampliato, i fondi e gli strumenti finanziari dell’Ue esistenti e obbligazioni a sostegno della ripresa garantite dal bilancio dell’Ue; ritiene che tale pacchetto non dovrebbe comportare la mutualizzazione del debito esistente e dovrebbe essere orientato a investimenti futuri

Premettiamo che il Recovery Fund è uno strumento ancora da strutturare, del quale si è solo parlato nella riunione scorsa dell’Ecofin, ma non si è delineato nulla. E’ un forte strumento di contrattazione voluto dall’alleanza del Sud Europa, compresa la Francia che ha fatto da voce grossa e da collante nell’Eurogruppo dei Ministri delle Finanze. Fortemente sostenuto dal Governo italiano per riuscire a strappare gli Euro Bond che servirebbero a finanziarlo. Il M5S, forza di governo maggioritaria, ha votato contro.

L’eurodeputato M5S Ignazio Corrao ha spiegato: “Partendo dal presupposto che si parla di emendamenti di una risoluzione, quindi più o meno del nulla cosmico, questi sono i documenti in discussione. Mentre la risoluzione si voterà oggi. Il paragrafo 17, come potete vedere, ha dentro Il Mes (ma anche l’accesso non spiegato al bilancio pluriennale, che può significare maggiore contribuzione netta degli Stati membri), per questo abbiamo votato contro”.

Sì, vi è anche l’attivazione del MES LIGHT. Ma, allo stesso tempo, il Ministro Gualtieri e il Premier Conte non hanno raggiunto l’accordo per votare il pacchetto a 4 (BEI, SURE, MES, RECOVERY FUND)?

Ripetiamo che attivazione del MES LIGHT non significa accedervi. E’ asserire che si è d’accordo sull’istituzione di questa nuova linea di credito, poi Stato per Stato si dovrà, se si vorrà, chiedere l’accesso a codesta linea di credito. Comunque il M5S per la risoluzione finale di oggi pomeriggio ha detto che si asterrà (bah!).

E ricordiamo che la contrattazione tra Presidenti del Consiglio è datata 23 Aprile 2020. Fino ad allora, bisognerebbe pesare le parole.

Stranezze della politica nostrana, dove sono tutti contro tutti, purchè si faccia gazzarra e si alimenti il chiacchiericcio. La compattezza non è di casa nel nostro paese, e quindi nelle nostre istituzioni politiche più alte. Al netto di come la si pensi, c’è una contrattazione in corso per riuscire a strappare il più possibile al Consiglio degli Stati, vero decisore di tutti gli strumenti economici da mettere in atto per l’emergenza e per la ripresa. La frattura del paese gioverà all’alleanza del Nord Europa, capitanata da Olanda e Germania.

STRANO PAESE. TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO, TRA SOVRANISMI NAZIONALI, DI PARTITO E CEREBRALI

Forze di governo che mettono a repentaglio il proprio governo nelle contrattazioni europee (momento più difficile e più alto dell’ars politica sovrannazionale). Alias Movimento 5 Stelle, e la solita gambina tesa di Italia Viva. Col PD che non sa quali pesci prendere.   

Poi arriviamo al centro-destra, dove stavolta il partito della Meloni è l’unico ad aver abbandonato l’ascia di guerra, a confronto delle polemiche sterili sul MES dei giorni scorsi. Forza Italia sembra un battitore libero, e non giova all’Italia la votazione di oggi contro i Corona Bond.              

La Lega ha assunto il ruolo di “battaglia a tutti i costi”. A parte il suo leader Matteo Salvini, che twitta e impreca, lontano dalla politica reale delle contrattazioni e della situazione vigente, ci ritroviamo strenue difese, addirittura insieme a personaggi dell’europarlamento che hanno dichiarato l’affossamento dell’Italia e della Spagna, come i sovranisti tedeschi e olandesi.      

Scrive Massimo Nava su affaritaliani.it: “Il problema non sono quindi la contrapposizione fra cicale e formiche (le cui parti sono purtroppo assegnate), la polemica stucchevole fra solidarietà ed egoismi (che pure esistono), il contrasto fra Europa del Nord e del Sud (tanto più che Francia e Germania troveranno come sempre un punto d’incontro), ma i limiti di spesa e di discrezionalità del potere politico, tradotta in sostanziale cessione di sovranità, condizioni non facilmente accettabili. (E in questo Germania e Olanda sono in buona compagnia)

Gli Eurobond sono uno strumento a largo raggio e non facilmente applicabile in tempi brevi, e per l’emergenza si stanno pensando altre linee di credito. Risulterebbe essere una occasione di spostare l’asse, per una volta. Non certo di sopraffare la Germania, ma avvicinarla all’umanità di un progetto più condiviso che non strozza per forza gli Stati in difficoltà. Stiamo perdendo l’occasione. 

Di necessità, virtù.

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