Nel diritto costituzionale, da pochi giorni, è nata una nuova gatta da pelare: l’immunità parlamentare include anche il diritto, senza possibilità di obiezione, all’abbronzatura di Pasquetta? Sara Cunial, deputata eletta col Movimento 5 Stelle (poi espulsa), ha agito ancor prima di sapere la risposta. Lunedì, mentre si dirigeva verso il litorale, è stata fermata da una pattuglia, che le ha chiesto spiegazioni sul transito. “Sono una parlamentare, sto andando a lavoro”. E giù di critiche.
Cunial, noi remeremo controcorrente, perciò non la biasimeremo.
Siamo fiduciosi che in un caldo lunedì di Pasquetta, in moto verso la spiaggia, stesse andando a lavorare, perché conosciamo la pigrizia di molti parlamentari e la sua spiegazione non ci sorprende, non fa una piega. Inoltre non dubitiamo che si sarà tenuta a distanza di sicurezza da granchi e meduse.
Crediamo che stesse praticando un onorevole ozio, all’italiana però, non alla latina. I nostri vecchi intendevano l’otium come un periodo di scienza e accrescimento della propria saggezza; a giudicare dalle sue posizioni no-vax, l’ozio alla latina non le si addice. Anzi, in tempi siffatti, ricordare di essere stati sfavorevoli ai vaccini può soltanto nuocere alla reputazione propria e all’incolumità altrui.
Per fortuna, la nostra società sta riscoprendo la competenza e la credibilità in faccia all’improvvisazione. Se, poi, la faccia della competenza sarà pure un po’ colorata dal sole di Pasquetta, non importa.
Perlomeno il merito inizia a muoversi (munito di autocertificazione).