La cosa più importante, qui, e la più interessante è che gli eventi storici, rivoluzionari, ecc. sono appena sfiorati, mentre viene investigata la vita quotidiana, affettiva, e soprattutto la commedia che questa mette in scena.
Suitè francese è un romanzo della scrittrice francese di origine ebraica Irene Nemirovskj. Nei piani dell’autrice l’opera, scritta febbrilmente nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, doveva essere una “sinfonia in cinque movimenti”.
Dei cinque movimenti, solo due sono quelli pervenutici e pubblicati postumi: “Temporale di giugno” e “Dolce”. Il primo movimento racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell’arrivo dei tedeschi; nella narrazione si intrecciano le vicende di personaggi di diverse estrazioni sociali che dipingono un’ampia realtà di emozioni, storie, colori. Il secondo movimento, invece, narra nel suo nucleo centrale la passione, tanto più bruciante quanto più soffocata, che lega una «sposa di guerra» a un ufficiale tedesco.
Suite francese è un grande «romanzo popolare» nella sua accezione più nobile: un possente affresco e folto di personaggi memorabili. Il tono è lirico. La frase melodiosa e armoniosa. La narrazione ricca di sensazioni e piena della bellezza della natura. Gli individui che caratterizzano al meglio la narrazione sono il ricco banchiere e il giovane prete, la grande cocotte e la contadina innamorata, lo scrittore vanesio e il ragazzo che vuole andare al fronte e scopre invece le gioie della carne fra le braccia di una donna di facili costumi.
La Storia universale corre su due binari completamente diversi quello dei grandi eventi e quello della quotidianità che continua a scorrere. Del romanzo, infatti, colpisce particolarmente la descrizione dei modi e del carattere dell’uomo che emergono dalla quotidianità della vita vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale, un quadro variegato di emozioni e sensazioni che caratterizzano la storia di ogni personaggio, ma anche di ogni uomo. Irène Némirovsky ci mostra una varietà di atteggiamenti comuni all’uomo di allora e a quello di oggi: il cinismo, la meschinità, la vigliaccheria, l’arroganza e la vanità. E anche l’eroismo. L’amore. La pietà.