A Carpineto Romano, nei giorni scorsi, alcuni cittadini del comune lepino sono risultati positivi al Covid-19. Per fare il punto della situazione abbiamo contattato il sindaco Stefano Cacciotti.
Buongiorno sindaco e grazie per la disponibilità. Gli avvenimenti dei giorni scorsi hanno sicuramente destato preoccupazione, se non paura, tra i suoi concittadini. Come avete reagito alla notizia e quali iniziative avete messo in campo, come amministrazione comunale, per evitare la diffusione del contagio?
Buongiorno a te Alessandro e grazie per l’intervista. Quando la Asl martedì scorso mi ha chiamato per anticiparmi la notizia di una nostra concittadina positiva al Covid-19 sono rimasto letteralmente di sasso. Sapevo dei tamponi e avevamo già pianificato nei giorni precedenti con le forze dell’ordine e la protezione civile le azioni da mettere in campo qualora si fosse concretizzata l’eventualità; però per quanto puoi prepararti ad affrontare determinate situazioni, in realtà è solo in quei momenti che realizzi davvero cosa sta succedendo. Ma abbiamo metabolizzato in fretta il trauma e ci siamo attivati immediatamente mettendoci in contatto con i familiari della persona contagiata che sono stati messi in quarantena e supportando la Asl nel tracciare il perimetro delle persone che vi erano state a contatto nella settimana precedente. Un’azione congiunta che si è rivelata molto tempestiva ed efficace. I miei concittadini hanno comprensibilmente avuto paura e credo che in questi casi sia la reazione più naturale. Però nel nostro caso la paura è stata un’emozione utile perché è solo dal giorno successivo alla notizia che ho avuto la sensazione che tutti avessero capito davvero la dimensione del problema: ho cominciato a vedere meno movimento in giro per il paese, le file in farmacia e nei negozi erano ordinate e “a debita distanza”, tutti giravano muniti di mascherine e guanti. La nostra Amministrazione sin dall’inizio ha preso sul serio la minaccia del coronavirus e già da prima della notizia del contagio avevamo messo in campo iniziative di contenimento del virus: abbiamo previsto un’intensa attività di controllo su tutto il territorio comunale con continui posti di blocco da parte di Carabinieri e Polizia Locale nel tentativo di disincentivare le uscite superflue e denunciando molti trasgressori ai sensi dell’art. 650 c.p.; abbiamo organizzato con l’Associazione delle attività produttive di Carpineto Romano la consegna dei generi alimentari e dei farmaci a domicilio; con il presidente dell’Ente Pallio abbiamo pensato invece di coinvolgere le sartorie dei 7 rioni storici nella produzione di diverse centinaia di mascherine in TNT che stiamo distribuendo con la Protezione Civile a immunodepressi, disabili, anziani con patologie pregresse e operatori ADI; con le cooperative del Piano di Zona infine stiamo prevedendo dei progetti di servizio a sostegno degli anziani soli per essere in grado di dargli assistenza psicologica oltre che materiale.
Come stanno reagendo i carpinetani?
Tre casi in un paese di 4.500 abitanti non sono pochi seppur circoscritti al nucleo familiare di origine. Eppure i carpinetani stanno reagendo bene e di questo sono orgoglioso. Hanno mostrato solidarietà verso la famiglia colpita da questo dramma e stanno rispondendo alle disposizioni governative con responsabilità e grande senso civico. Inoltre il lavoro dei volontari e del nostro mondo associativo ha messo in risalto ancora una volta il grandissimo spirito di comunità che ha sempre caratterizzato il nostro paese. Poi è fisiologico che all’interno di una comunità ci sia una piccola percentuale di cittadini restìa ad attenersi alle disposizioni del decreto, ma a questo stanno pensando le forze dell’ordine che portano instancabilmente avanti un grandissimo lavoro di prevenzione e repressione.
Anche alla luce delle nuove misure messe in campo nel decreto di domenica 22 marzo, come giudica l’operato del governo? Sono sufficienti o ritiene si sarebbe dovuto fare qualcosa di diverso?
Non voglio entrare nel merito dei provvedimenti perché sono frutto del confronto col mondo scientifico e io non ho le competenze per poterli giudicare. Quello che posso dire alla luce dell’esperienza che sto facendo come Sindaco in prima linea contro questa epidemia è che le misure andrebbero prima pubblicate e poi spiegate nei dettagli, se non altro per mettere noi nelle condizioni di saper rispondere ai cittadini e alle attività commerciali che in questa fase vedono nelle istituzioni locali un punto di riferimento. Da cittadino che prova ad informarsi nutro poi delle perplessità in questa progressività delle restrizioni imposte, ma questa è una considerazione che lascia il tempo che trova. Ho la massima fiducia nelle Istituzioni e rispetto l’operato del Presidente del Consiglio e di tutte le autorità che sono stati chiamati ad affrontare una delle situazioni più drammatiche dal dopoguerra ad oggi.
Quale appello vuol fare ai suoi concittadini?
Stanno affrontando questa pandemia in modo veramente esemplare. Quello che mi sento di dire è: non vanifichiamo gli sforzi fatti finora. Mi rendo conto della difficoltà ma stare a casa è il sacrificio minimo che può esserci richiesto se paragonato agli sforzi in particolare dei medici e degli infermieri e alla sofferenza di chi, invece, in questa battaglia ha perso qualche caro. L’unico modo per poterne uscire, riprendere in mano la nostra vita e le nostre abitudini è stando a casa.