La repentina e sconvolgente comparsa del covid-19 ha sicuramente cambiato le vite di tanti cittadini nel Globo, in particolare quelli europei, che si stanno preparando, o stanno affrontando con molto coraggio come nel nostro caso, una situazione paradossale che pian piano ha assunto dimensioni sempre più grandi, costringendo tutti noi a cambiare momentaneamente le nostre vite quotidiane.
Come la vita normale, anche lo sport ha subito in maniera pesante l’arrivo di questa epidemia; difatti, poco alla volta, tutti i campionati principali di qualsiasi sport sono stati interrotti e, nella giornata di ieri, la UEFA si è riunita straordinariamente ed ha deciso, in comune accordo, di rinviare la kermesse itinerante che avrebbe coinvolto dodici grandi città Europee ( Roma, Amsterdam, Londra, Copenaghen, Bucarest, Dublino, Bilbao, Budapest, Glasgow, Baku, Monaco di Baviera e San Pietroburgo) in onore del 60imo anniversario della competizione, al 2021; più precisamente, sempre la UEFA avrebbe indicato il periodo tra l’11 giugno e l’11 luglio come ottimale per giocare la competizione, anche se non c’è ancora nulla di definitivo visti i tanti cambiamenti che andranno fatti per evitare di far collidere gli europei con le qualificazioni ai Mondiali del Qatar del 2022 e la Nations League
Sempre nella riunione di oggi si è deciso che i biglietti acquistati per quest’anno saranno validi anche per il prossimo ma è stata comunque avviata una procedura di risarcimento per coloro che volessero avere indietro i soldi spesi. Analizzando un momento la decisone presa dalla UEFA, il rinvio è più che legittimo, vista la situazione difficile presente in Italia e un allarmismo sempre più crescente negli altri paesi dell’Unione. Un evento di simile portata avrebbe riunito milioni di appassionati davanti le televisioni, negli stadi e in qualsiasi altro luogo idoneo e la velocità con cui si diffonde questo virus potrebbe infettare un intero Continente.
Altro fattore importante per lo spostamento della competizione è stata la ferma volontà di concludere le stagioni sportive correnti da parte dei singoli organi sportivi delle varie nazioni per i campionati nazionali che della UEFA per quanto concerne la Champions League ed Europa League. Chiudere anticipatamente la stagione avrebbe complicato non poco il discorso promozioni, retrocessioni ed assegnazione dei titoli, con conseguenti problemi per quanto riguarda la qualificazione alle competizioni europee per la prossima stagione.
Colgo l’occasione per ricordare di essere forti in questo momento difficile, di seguire il più possibile le disposizioni governative e di limitare gli spostamenti al minimo. Come in ogni sport di squadra, è sempre l’unione che fa la forza, e mai come in questo momento c’è bisogno di essere uniti e, magari in futuro, quest’esperienza potrà insegnarci ad essere, finalmente, una nazione unita e compatta.