Ogni squadra ha bisogno di un fuoriclasse per cercare di vincere le partite più impegnative e quella che ci si accinge a giocare, nella Lombardia oggi provata dal Coronavirus, ha il peso specifico di una finale di un mondiale.
Da lui ci si aspetta il goal liberatorio all’ultimo minuto, quella rete che ci fa abbracciare tutti insieme ed esultare in lacrime, urlando la gioia della vittoria.
Nessuno si aspetta nulla di normale da lui. Perchè Guido Bertolaso non è una persona normale, e noi gente d’Abruzzo lo sappiamo. Lo sappiamo perché, il 6 aprile 2009, quando il sussultare infame della terra fece venir giù L’Aquila, venne nominato Commissario straordinario per la ricostruzione dal governo Berlusconi, adempiendo al suo compito con dovere e realizzando, di concerto con l’uomo venuto da Arcore, un piccolo miracolo: in poco tempo riuscì a mettere in sicurezza la zona e a consegnare alle autorità locali case, scuole, il conservatorio e una sistemazione decorosa per i circa 80mila sfollati.
Un miracolo, se pensiamo che, senza di lui, senza il suo piglio deciso, poiché pagò l’invidia di certa parte della politica, quella che odia perché sa solo odiare, il terremoto di Amatrice venne gestito in modo indecoroso: coloro che subirono la beffa del perder tutto, dovettero subire anche l’onta di essere destinati a vivere in casette di latta e plastica.
Venne soverchiato dalla furia cieca dei burocrati e dei malati di democrazia, di fannulloni che vogliono aver voce in capitolo anche qualora le mille riunioni, i capi ed i capetti, rallentano i lavori e mettono a rischio situazioni già emergenziali. Perchè, come dice da sempre: “in emergenza, la democrazia non esiste, piaccia o non piaccia”.
Prima ancora lo ricordiamo perché lui, uomo del fare al di là degli schieramenti, nominato dal governo Prodi Commissario straordinario, seppe gestire l’emergenza rifiuti in Campania, venendo in lite con l’allora ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio. Si dimise perché alcuni uomini non si piegano mai, ma tornò ancora in Campania nel 2008, l’anno successivo, nominato Sottosegretario ai rifiuti dal governo Berlusconi, rimettendo mano e risolvendo le criticità di una Regione allora in crisi.
Ma che sia un uomo della provvidenza lo sappiamo da ancor prima, perché la sua storia inizia molto tempo addietro, con la creazione e direzione di ospedali in zone di guerra, con la coordinazione di progetti nei Paesi in via di sviluppo, con la sua attività interna all’UNICEF e per il Grande Giubileo del 2000.
Si è già occupato di malattie infettive quando, tra il 2003 ed il 2004, venne nominato – sempre dal Cavaliere – Commissario straordinario per la prevenzione della SARS, con grandi risultati.
Ed ora a questo uomo della provvidenza si aggrappano le speranze di tutta una Regione, la Lombardia, vessata da una piaga senza precedenti nella storia recente, che lo ha scelto come primo consulente per sconfiggere questo Leviatano, e di tutto un Paese, che oggi piange, conta i morti e spera.
Nell’attesa che arrivi quel gol insperato e si vinca la partita più importante di tutte. Quella per la vita.
Bentornato Guido.