Ride the Lightning: Anastasio, la scommessa vincente

L’edizione appena trascorsa del Festival di Sanremo ha offerto – nonostante gli scetticismi iniziali – numerosi spunti; tante sono state le scommesse e, fra queste, la più significativa è quella che porta il nome di Anastasio.

Il rapper campano, con la sua “Rosso di Rabbia”, è risultato la vera e propria punta di diamante della manifestazione; capace di non snaturarsi e mantenere la sua attitudine a prescindere dalla kermesse.

Cerchiamo, però, di scardinare meglio il tema.

Anastasio sale alla ribalta per la vittoria nella dodicesima edizione di X-Factor Italia nel 2018.

Si presenta con il suo inedito “La Fine del Mondo”, brano largamente stimato dalla critica musicale e dagli stessi giudici del talent. Il percorso nel programma porterà al rilascio del suo EP sul finire dello stesso anno dall’omonimo titolo del singolo.

Questa esperienza ha messo in risalto, fin dalle prime apparizioni, tutte le qualità di questo ragazzo; la grande capacità nel dosaggio delle parole, sempre pungenti e oggetto di importante ricerca, bilanciata con una grande attenzione alla parte strumentale, dove si nota la volontà di giungere a sonorità non scontate.

Proprio la scrittura risulta essere l’elemento cardine da considerare. 

Il taglio sempre “negativo”, di necessità, di disagio, è il carattere dominante dei lavori del rapper stesso. In relazione all’inedito – sopra menzionato – è  possibile cogliere anche rappresentazioni apocalittiche, come nelle strofe in cui viene riportato che “Io sogno i led e i riflettori alla Cappella Sistina. Sogno un impianto con bassi pazzeschi. Sogno una folla che salta all’unisono. Fino a spaccare i marmi, fino a crepare gli affreschi. Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli. Sopra una folla danzante di vandali. Li vedo al rallenty, miliardi di vite. Mentre guido il meteorite e sto puntando lì”.

Questa capacità nella gestione testuale, come appena ricordato, è conciliata con l’importante propensione al dettaglio strumentale. Ciò si evince chiaramente dal primo album in studio di Anastasio, “Atto zero”,  pubblicato il 7 febbraio 2020.

Il lavoro, già dall’omonima intro, porta a tutta una serie di fattispecie descritte un secondo prima che avvenga l’evento centrale, “Amo quell’attimo prima dell’atto. Quando il pilota già vede l’impatto. E il fantino sbalzato ha mollato le redini. L’allievo si è ribellato e il maestro ha finito il suo lavoroL’atleta tende i tendini. Il terrorista pregusta le quaranta vergini”.

Il disco presenta numerosi spunti interessanti come il brano “Il Sabotatore” , che tende a rompere, intenzionalmente, quel filo logico continuo in tutto il lavoro. Stiamo discutendo, in sintesi, di un prodotto già notevolmente maturo, aspetto mai da sottovalutare. E’ ovvio che il brano portato a Sanremo, “Rosso di Rabbia”, sia il picco massimo dell’intero album e punto di riferimento sicuro per le diverse considerazioni che si potrebbero fare.

Insomma, Anastasio è fuori dubbio che sia uno dei profili più interessanti sfornati dal nostro Paese negli ultimi anni. Un prodotto accessibile ma, in definitiva, per pochi intimi. Abbiamo spesso sottolineato come l’Italia abbia numerose realtà da supportare e di come esse siano delle importanti opportunità di crescita.

Qui, però, il discorso assume dei connotati diversi in quanto l’artista in questione possiede, sicuramente, uno status maggiore rispetto ai vari profili affrontati da questa rubrica. Il fatto di aver puntato sul suo nome, ad una manifestazione largamente esposta come il Festival, testimonia di come il profilo piaccia e ci sia la volontà di supportare e scommette su un Anastasio ormai pronto ad esplodere.

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