“Cari amici vicini e lontani…”, eccola la magica frase, rimasta nei cuori delle generazioni, pronunciata dal primo storico conduttore del Festival di Sanremo Nunzio Filogamo, era il 29 Gennaio 1951. Sono passati settant’anni e il caro buon vecchio Festival di strada ne ha fatta, che piaccia o meno, ha accompagnato generazioni di italiani per più di mezzo secolo, raccogliendo le macerie di un popolo post conflitto mondiale fino a fargli superare un millennio ed è ancora qui, nonostante le contestazioni, le polemiche e l’evidente cambio generazionale del nuovo millennio.
Il tempo è passato e Sanremo è cambiato sempre in sua funzione, tutto ciò con i suoi pro ed i suoi contro, ormai non è più una semplice gara tra canzoni ma è un vero e proprio show dove, spesso e volentieri, gli ospiti oscurano le canzoni in gara che dovrebbero essere le vere protagoniste del programma. La prima serata del Festival di Sanremo si è conclusa con risultati di share pazzeschi (oltre 10 milioni di telespettatori) e in effetti lo spettacolo dal parco dell’Ariston ci ha regalato grandi emozioni. E potevano mancare le nostre pagelle? Fra l’esibizione shock di Achille Lauro e il pianto sommesso di Tiziano Ferro, possiamo dire scherzosamente di non esserci fatti mancare nulla. Abbiamo potuto ascoltare i primi 12 Big in gara e ci siamo già fatti un’idea di quali sono i nostri brani preferiti.
Festival di Sanremo 2020: pagelle della Prima Serata
- Amadeus – Prima serata notevole per un presentatore alla prima conduzione sul palco dell’Ariston, con la sua naturalezza e simpatia ha scardinato l’idea del presentatore “ingessato” e controllato che è storica di Sanremo, un grande professionista che si sta mettendo in gioco in maniera impeccabile. Voto 9, continua così.
- Fiorello – Potrebbe condurre il Festival da solo, sicuramente ne ha le capacità, la sua ironia si sposa alla perfezione con il tipo di conduzione di Amadeus. Voto 10, semplicemente perfetto.
- Tiziano Ferro – Brividi su tutto il corpo quando canta Nel blu dipinto di blu, immerso nel blu del palco dell’Ariston. Tiziano è bravo e luminoso proprio come la fantastica scenografia di Gaetano Castellin che lo circonda. Poi, a sorpresa, reinterpreta il capolavoro di Mia Martini, Almeno tu nell’universo, e ci mette davvero il cuore. Finisce tutto in lacrime: piange lui, piangiamo noi e, parafrasando la canzone di Mimì, piange l’universo. Voto 9, aspettiamo l’esibizione di stasera con Massimo Ranieri.
- Diletta Leotta – Parte titubante nella conduzione, Sanremo poco si sposa con una conduttrice sportiva, poi comincia a scherzarci sopra riprendendosi dalle prime difficoltà fino a risultare spiritosa e coinvolgente; peccato per il monologo gonfio di retorica sulla bellezza e sulla vecchiaia, non era chiaramente nelle sue corde. Voto 6.
- Rula Jebral – La sua partecipazione al Festival aveva fatto molto discutere, ma a noi è parsa genuina, sincera e commossa mentre parlava della violenza contro le donne. Ha portato sul palco la sua storia e la sua ragione di vita commuovendo chi stava ad ascoltarla. Voto 8.
- Albano e Romina – Sembravamo catapultati in “Quo vado” di Checco Zalone, quando vederli cantare insieme lo fa tornare italiano; Albano e Romina fanno “italianità” inizio molto titubante da parte di entrambi ma arrivati a “felicità” tutto il teatro, tutte le età in piedi a ballare e cantare la storia della nostra musica; peccato per l’inedito cantato palesemente in playback che ha rovinato la loro esibizione. Voto 5, cantare in playback a Sanremo è un delitto ed una mancanza di rispetto a ciò che il Festival rappresenta.
- Gessica Notaro – Canta insieme ad Antonio Maggio una canzone che meriterebbe di essere in gara per la potenza del messaggio che manda. Il testo è da incorniciare: «Tieni le mani in tasca e se le tiri fuori è per accarezzare…». Voto 10.
- Irene Grandi – Così agitata che sembra aver dimenticato come si scendono le scale. Tostissima la sua Finalmente Io, la voce c’è ancora, la presenza scenica anche. L’impronta di Vasco e la musica di Gaetano Curreri la rendono perfetta. Voto 8.
- Marco Masini – La canzone Il Confronto è la tipica canzone alla Marco Masini, nessuna sorpresa e nulla da aggiungere. Voto 5.
- Rita Pavone – Una canzone inaspettatamente forte, un energia invidiabile, peccato per la voce che ormai non la sostiene più; in generale grande rispetto per chi ha fatto la storia della musica italiana ed ha ancora il coraggio di mettersi in gioco. Voto 6,5.
- Achille Lauro – Probabilmente la sua canzone non passerà alla storia, tuttavia la sua energia ed il suo anticonformismo colpiscono ogni volta sempre di più; la ventata di sregolatezza che, ogni tanto, al Festival occorre. Voto 7,5.
- Diodato – La sua canzone non fa scalpore, sicuramente soffre il down d’essersi esibito dopo Achille Lauro, in generale ciu mette il cuore ma non l’energia ed il suo messaggio, anche interessante, non arriva allo spettatore. Voto 5.
- Le Vibrazioni – Guadagnano a pieno titolo il podio nella classifica provvisoria con un testo dalle sfumature molto delicate, sicuramente a coronare il tutto colpisce l’idea di tradurlo in simultanea nel linguaggio dei segni; il traduttore stesso si lasciava trasportare da quelle note rendendo il tutto molto piacevole ed a tratti commovente. Voto 9.
- Anastasio – Porta sul palco tutta la sua rabbia e la sua indignazione, energia travolgente e grandissima capacità di stare sul palco. Anastasio sorprende nuovamente per la sua indiscussa abilità nell’uso delle parole. Voto 8.
- Elodie – Con la sua Andromeda conquista un bel secondo posto nella classifica parziale. Grande capacità ed indiscusso talento, un testo particolare che sicuramente necessita d’un ascolto approfondito. Voto 7.
- Bugo e Morgan – Il testo di Sincero, personalmente, mi ha conquistato, ma hanno portato sull’Ariston un pezzo che con il Festival di Sanremo aveva davvero poco a che fare. Il mio voto rimane comunque alto: un bel 9 e baci alla Giuria.
- Alberto Urso – Occhio lucido, emozione palpabile. Il sole ad Est è un brano che piacerà a molti, sicuramente l’esperimento alla base è da ammirare, unire pop con la voce e l’impostazione d’un cantante lirico, per cui voto 7,5.
- Riki – Arriva sul palco con l’espressione di chi si è appena svegliato, totalmente scarico e direi quasi annoiato, non veicola ne trasmette alcun tipo d’emozione, il tutto peggiorato da effetti robotici, troppo utilizzati nella musica odierna, che danno il colpo di grazia alla sua esibizione. Voto 4.
- Raphael Gualazzi – Ci risvegliamo al ritmo di Carioca, bel pezzo e molto piacevole da canticchiare, corona il tutto la band alle sue spalle che da quella piacevolissima aria jazz che tanto è cara a Gualazzi, rendetto il tutto più brioso. Voto 8 per il testo e per le energie positive che emana.
Aspettiamo ancora poche ore per le prossime undici canzoni in gara.
“Perchè Sanremo è Sanremo!”