Verba manent: perché non tornare al baratto?

Esistono svariati modi per far adirare gli italiani, che per natura sono un popolo viscerale, di quelli che immediatamente si riempiono d’ira e con la stessa sveltezza tornano alla serenità. Fa parte del nostro carattere e, talvolta, è anche una peculiarità simpatica.

Tuttavia, probabilmente la maniera più facile per far scattare i loro neuroni è limitarli. L’italiano non accetta limiti: la sua creatività esplosiva pretende libertà. S’intenda, ciò non significa renderlo anarchico, ma solo lasciargli i propri spazi. E in termini di limitazioni, ciò che è stato deciso da poco dal Governo Conte non gli piacerà affatto: nella legge di bilancio 2020 è stata sancita la soglia dei 2000 euro massimi per i pagamenti in contanti (contro i 3000 attuali) a partire dal primo luglio e dal primo gennaio 2022 il limite scenderà ancora a 1000 euro.

Si tratta, fuor di ritratto dell’italiano tipico, di una misura che genererà tante perplessità, e non a torto.

Tanto il privato cittadino nella sua quotidianità quanto l’imprenditore nella sua professione non meritano di vivere in trappola, privi della libertà di usufruire dei propri denari, guadagnati con successo o con buona sorte, ma comunque guadagnati. Se, invece, quelle risorse sono frutto di azioni illecite, allora che vengano punite. Non è bene, però, che tutti vengano messi in gabbia mentre solo alcuni meritano le sbarre.

Una soluzione può profilarsi all’orizzonte dell’economia italiana, attraverso il seguente interrogativo: perché non tornare al baratto?

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