“Nuovo Ministro, Vecchi Problemi”, così recitava uno degli striscioni portati dai ricercatori radunatisi davanti all’edificio del Rettorato dell’Università “La Sapienza” di Roma mentre andava in scena, in contemporanea con oltre altri dieci atenei in tutta Italia, un flash-mob per rivendicare i fondi promessi (ma mai arrivati) per la ricerca.
Un piccolo ma ben organizzato gruppo di manifestanti ha, nel pomeriggio, portato avanti la protesta, incatenandosi simbolicamente di fronte al Rettorato, richiedendo il miliardo di euro promesso per l’Università.
Dopo le dimissioni, nel mese di Dicembre, dell’ex ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti proprio in merito alla mancanza di risorse, nella legge finanziaria, per gli Atenei, i cambiamenti sperati non sono avvenuti, ed i problemi rimasti inascoltati.
E se l’oramai ex ministro rivendicava (invano) l’assegnazione di un miliardo, oggi numerosi studenti e cervelli precari di tutto il Paese lo hanno reclamato, innalzando anche la posta in gioco fino ad un miliardo e mezzo di Euro: “È ciò che è stato sottratto in dieci anni agli Atenei” spiega Tito Russo, ex coordinatore nazionale di UDS e rappresentante sindacale di FLC-CGIL.
Nata dal gruppo Ricercatori Determinati dell’Università di Pisa ed appoggiata dalle sigle sindacali ADI (Associazione dottorandi Italiani), FLC-CGIL, oltre che dal coordinamento universitario Link, la mobilitazione si è poi estesa, sotto forma di presidi ed assemblee, agli atenei di Bologna, Trieste, Lecce, Milano Bicocca, Roma (Sapienza), Torino (Politecnico), Bari, Lecce, Perugia, Palermo e Potenza, tutte con un unico intento: sottolineare la necessità di un piano per il finanziamento delle assunzioni di ricercatori precari e dei fondi per il diritto allo studio universitario.
Non hanno tardato ad arrivare, inoltre, prese di posizione decise da parte delle assemblee: “Centrale è la difficoltà a far riconoscere lo status di dottorando, spesso ancora inteso più come studente che come lavoratore” riferiscono dall’Università di Bologna; così come dalle associazioni studentesche: “Anche quest’anno ci troviamo ad assistere all’ennesima manovra finanziaria che elude totalmente le necessità del sistema universitario.- riferisce Camilla Guarino, portavoce del coordinamento Link di Roma- È necessario riaprire immediatamente un dibattito sull’Università all’interno di questo Paese”.
Ma intanto si rimane ancora in attesa di nuovi sviluppi, con la speranza di un miglioramento delle condizioni degli Atenei Italiani e dell’arrivo degli attesi fondi per far fronte all’emergenza ricerca e studio.