Dall’Antica Grecia a oggi: il teatro come strumento di educazione

“Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco” -Victor Hugo

Parlare di educazione e parlare di teatro fa comprendere quanto tali dimensioni siano profondamente legate tra di loro per diversi motivi.
Il teatro è una fonte straordinaria di educazione alla vita emotiva, si pensi al valore educativo nel teatro greco antico, con riferimento alla Poetica di Aristotele. Quest’ultimo, infatti, riflette sul significato di tragedia, ritenuta massima espressione del grande teatro greco, e afferma che essa produce nello spettatore fortissime emozioni, tra cui spavento e pietà, con lo scopo di garantire allo spettatore una purificazione di e/o da queste passioni. Dunque l’obiettivo è permettere all’uomo di vivere le diverse passioni in modo purificato e libero.

Ciò che ne risulta, è l’idea fondamentale che l’uomo, sin dall’età più piccola, necessita di un’educazione emotiva riflessiva, utile a non subire la realtà, a saper interagire con il mondo esterno. Oggi, la nostra cultura appare, invece, dominata dall’esaltazione delle emozioni cercate e consumate come unico senso della vita. I giovani, in particolare, sono oggi smisurati consumatori di emozioni,che vivono, però, per lo più in modo del tutto passivo, privo di forma. Il teatro, dunque, può salvare da questa passività, da questo emotivismo imperante.

È necessario che questo avvenga non soltanto come spettatori, ma anche come protagonisti. Il palcoscenico, per il bambino, diventa fonte di diverse emozioni, dalla gioia all’ansia di mettersi in gioco di fronte a un pubblico; dunque, così facendo, si pone il bambino sin da subito dinanzi alla realtà, dinanzi a quella che è la vita di tutti i giorni fatta di relazioni con gli altri, messa in discussione di noi stessi.

Platone riteneva che essere educati significa acquisire il senso della misura e dell’armonia. Il bambino viene educato all’armonia e all’empatia con il proprio corpo, il proprio linguaggio, e soprattutto con gli altri. Fondamentale risulta essere l’educazione all’empatia perché attraverso essa il bambino riuscirà a rapportarsi con il mondo. Dunque, posto su un palco, sarà portato a calarsi nella sua parte, ma anche e soprattutto nella parte degli altri, imparerà a coordinarsi con gli altri, a muoversi e a parlare conservando il giusto ritmo in rapporto a quello che gli altri fanno e dicono.

Il mondo greco sottolinea l’importanza dell’armonia sia nel teatro, sia nella vita. Essere educati, significa acquisire il senso della misura e dell’armonia. Qui è Platone il punto di riferimento privilegiato, Platone che affermò “achoreutos, apaideutos”, cioè “chi non sa stare in un coro, manca del tutto di educazione”, Platone che, sembra, abbia detto, prima di morire, ascoltando una serva tracia che suonava male il flauto, “solo i Greci hanno il senso del ritmo”. Il termine greco “armonia” deriva dal verbo “armòzein”, che significa “adattare”: l’armonia dunque è, etimologicamente, il buon incastro, la buona connessione fra le parti, per esempio, di una nave. Nel mondo greco, valori come l’armonia, venivano insegnati proprio a teatro che diventava dunque fonte di educazione; inoltre tutti erano invitati a parteciparvi con un biglietto pagato, non vi era distinzione tra cittadini, perché il teatro era elemento fondamentale per tutti i cittadini. Oggi non tutti possono parteciparvi.

Il teatro si è rivelato come uno di quei pochi luoghi in cui può avvenire una meditazione su noi stessi attraverso un’azione pratica.
Posto sul palcoscenico, il bambino o l’adulto, scopre se stesso, scopre le sue capacità e i suoi limiti, ma soprattutto assume la capacità di superare tali limiti.

Perché il teatro può aiutarci?

La riscoperta della propria dimensione emotiva è al centro degli obiettivi del teatro educazione. Molto spesso i destinatari dei progetti sono persone che vivono in conflittualità con se stessi, conflittualità tra il proprio essere fisico e i propri sentimenti, un dualismo che, a volte, porta a conseguenze estreme, come quelle del tossicodipendente che sceglie di farsi violenza pur di evadere da se stesso. In generale, si può considerare quanto la nostra cultura ci offra diverse possibilità che permettano la riflessione sulla propria affettività. L’obiettivo di tali progetti, oltre la crescita, è il raggiungimento dell’equilibrio personale attraverso l’arte.

L’arte rappresenta un mezzo e non un fine dell’educazione. Non si tratta di formare artisti, ma di sviluppare in tutti quelle capacità sentimentali e fantastiche che erroneamente vengono riferite alle doti esclusive degli artisti.

A qualsiasi età l’esperienza dell’Educazione alla Teatralità permette di migliorare la personalità, l’autostima e la fiducia, consentendo di affrontare positivamente le relazioni con gli altri, all’interno della propria famiglia, favorire la comunicazione.

Il process drama è un metodo interamente basato sull’improvvisazione teatrale. Un ulteriore elemento fondamentale di tale approccio è da riconoscersi sicuramente nella figura  dell’insegnante, il cui ruolo si distacca notevolmente da quello comune. L’insegnante di process drama fa dell’immedesimazione la sua principale “arma” di insegnamento. Si parla di teacher in role che, in quanto tale, prende pienamente parte alle attività di drammatizzazione, entrando nei panni di uno o più personaggi protagonisti del drama che prenderà vita in classe. Possiamo quindi vedere il process drama come unmetodo che rimescola i ruoli e le dinamiche della classe: l’insegnante abbandona metaforicamente la sua cattedra per salire insieme agli studenti sul palco di un teatro immaginario. La relazione fra i partecipanti di un process drama viene, infatti, definita «orizzontale» ,poiché tutti vivono e si trovano ad interagire nello stesso mondo fittizio creato con il contributo collettivo. L’improvvisazione gioca un ruolo importante: rappresenta il “motore” principale dell’intera opera. Così come nella vita, infatti, anche nel process drama ci si trova a dover affrontare situazioni inaspettate.

L’obiettivo è dimostrare che scegliere di educare con l’arte ha la finalità di contribuire a formare l’equilibrio psichico e favorire l’apprendimento di un certo modo di vivere. La funziona di educare in tal modo, da un punto di vista sia morale sia intellettuale, è quella di portare l’uomo a vivere la propria spontaneità nell’armonia, alla formazione degli elementi sensibili ed emotivi.

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