Il 15 febbraio si festeggia S. Faustino, patrono dei single. Perché e come questo Santo è legato alle persone che non hanno qualcuno al proprio fianco? In realtà non sembrano esserci storie o leggende legate a questo Santo. Verrebbe da pensare che la sua festa sia stata scelta perché, cadendo il giorno dopo S. Valentino, possa dare speranza a tutti coloro che cercano l’amore.
I numeri dei single in Italia
Se ad inizio anni 2000 la percentuale delle famiglie che non seguiva più un modello tradizionale si aggirava attorno al 20%, ad oggi la cifra è oltre il 33%. In Italia si stima ci siano circa 8 milioni e mezzo di persone single (dati Adnkronos). Nonostante i numeri possano sembrare da capogiro, nessun primato e nessun fanalino di coda: il nostro paese rimane comunque in linea con la media europea.
Ma essere single è davvero così brutto?
Rimanere single è spesso visto come un qualcosa di negativo, da scongiurare. Può essere uno stato di transizione, in attesa di riempire un vuoto interiore con una relazione. Cosa succede se lo vedessimo invece come un’opportunità? La verità, è che la vita da single può essere un viaggio straordinario di: crescita personale, libertà e indipendenza.
Crescita personale
Essere single, se vissuto in maniera consapevole, può portare notevoli opportunità di crescita personale ed auto-scoperta. Non si tratta di rimanere abbandonati, bensì di trovare finalmente del tempo per conoscersi meglio. Non vuol dire sentirsi esclusi dagli altri, ma avere la possibilità di sviluppare le proprie abilità e passioni. Si può costruire così una vita appagante, senza il bisogno di avere qualcuno al proprio fianco. Si può diventare più consapevoli dei propri valori, delle priorità e delle proprie ambizioni.
Libertà
Restare senza partner non è sinonimo di solitudine. Anzi, tra gli aspetti più affascinanti dell’essere single c’è proprio la libertà totale di poter prendere le scelte in autonomia. Nessun compromesso su come dover spendere il tempo, dove viaggiare, cosa guardare in TV, come fare la spesa senza dover prestare attenzione alle scelte alimentari di qualcun altro. Ogni decisione è motivata dai propri interessi e bisogni. Quindi, si è liberi di esplorare: interessi, passioni e nuove esperienze. Il tutto, senza limiti.
Indipendenza
Il fatto di non dover dipendere da qualcun altro nel prendere decisioni, porta ad una forte indipendenza. Essere single insegna ad essere autosufficienti non solo nel quotidiano, ma anche da un punto di vista emotivo. Non si ricerca più l’affetto in un’altra persona, si impara a trovarlo dentro di sé. Ciò porta ad ottenere una maggiore sicurezza nelle proprie capacità e di affrontare la vita con tenacia e resilienza.
Meglio soli che male accompagnati?
I dati in aumento rispetto agli anni scorsi ed i pregi della vita senza qualcuno al proprio fianco non devono essere visti come un’esaltazione dell’essere single. Bensì come una presa di consapevolezza: rimanere single è normale e non va demonizzato. La realtà di coppia non va vissuta come una pressione. Anche da single è possibile coltivare dei legami sinceri basati su interessi comuni ed affetti genuini.
Essere single non significa essere soli o incompleti. Al contrario, è un periodo prezioso per costruire una vita ricca e appagante, che possa essere condivisa con qualcuno solo quando e se si vorrà. La felicità non dipende da uno stato civile, ma dalla capacità di apprezzare ogni fase della vita e di viverla pienamente.