“Chi sogna l’amore e i sogni di gloria”: Rino Gaetano, la vita straordinaria del cantautore dal cielo sempre più blu

È stato uno dei cantautori più amati, controversi e a tratti incompresi, della musica italiana ed il suo epitaffio celebra “Ma il cielo è sempre più blu”: Rino Gaetano, pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano, simbolo di libertà ed autenticità è diventato da subito sinonimo di ironia e critica sociale, con la sua voce ironica e graffiante che continua ancora a risuonare oltre il tempo e le mode.

Nasce a Crotone il 29 ottobre 1950 e da quel giorno la sua vita e la sua carriera saranno sempre costellate (o meglio “stellate stellate”) di curiosità ed aneddoti che vale la pena esplorare, oggi ancor di più.

Trasformando la sua vita in un mosaico di storie, sogni, battaglie, amori, passioni, ironia, tradizioni ed umanità, ha saputo incastonare le sue esperienze in una discografia che ancora oggi ispira, commuove e ci aiuta a  comprendere le sfide e le bellezze della vita.

Il  “Sovrano di Salanga” e la sua musica

Prima di diventare un’icona della musica italiana e di rivoluzionare il panorama cantautorale, svolge diversi lavori, tra cui quello di barista ed impiegato in una banca, esperienze che hanno contribuito, tra le altre, a formare il suo carattere ed il suo modo di vedere il mondo, con quegli “occhi pieni di sale”, di speranza e di anarchia, che hanno incantato e rapito intere generazioni.

“Ad esempio a LUI piaceva il Sud”, il vino, la fotografia, tutti elementi che hanno influenzato ed ispirato la scrittura delle sue canzoni; canzoni leggere, orecchiabili e ancor oggi scelta indiscussa per i lunghi viaggi in macchina e per i più divertenti karaoke, ma con testi e temi prettamente sociali e politici, accompagnati ed addolciti da un costante sfondo romantico e nostalgico.

Non è un caso, infatti, se dietro la sua ironia si nascondeva una sensibilità profonda, capace di cogliere le sfumature più amare della vita.

Tra i suoi pezzi più iconici, che risuonano ancora nelle nostre playlist come allegro e quotidiano sottofondo, c’è “Nuntereggpiù”, un brano che, con il suo ritmo incalzante e le sue pungenti critiche sociali, ha fatto di lui un portavoce delle contraddizioni di un’epoca, sfidando le convenzioni e  dimostrando come la musica possa essere un potente strumento e veicolo di cambiamento.

E c’è “Aida”, canzone legata al regista ed amico Bernardo Bertolucci, che racconta la storia di una donna forte ed indipendente. Aida, come l’opera celeberrima di Verdi, che, proprio come nella pellicola del grande regista racconta la storia del ‘900 italiano con l’obiettivo di descrivere gioie e dolori di quel secolo straordinario per il nostro Paese.

Con “Berta Filava”, invece, il cantautore calabrese ha voluto narrare delle disavventure di un personaggio emblematico, rappresentando con ironia le difficoltà della vita quotidiana.

“Quando Renzo morì” – Un destino intrecciato alla musica

E se ciò che ha scritto dimostra quanto il genio che era in lui si sia degnamente trasformato in musica, ciò che invece ha vissuto rimane un insieme di misteri, aneddoti e curiosità che vale la pena esplorare.

E’ il 2 giugno 1981, l’Italia si sveglia con una notizia che sconvolge il mondo della musica e non solo: “Rino Gaetano muore scagliandosi con la sua auto, come Buscaglione”.

La sua scomparsa prematura, in un tragico scontro con un camion a Roma, ha lasciato non solo un vuoto difficile da colmare, ma soprattutto un alone di mistero e curiosità in merito, sollevando da subito un’infinità di domande e teorie ed alimentando il mito che lo circondava.

Tra le canzoni che continuano a vivere nel cuore degli italiani, ce n’è una in particolare che merita, a tal proposito, di essere ricordata: “La ballata di Renzo”, brano, pubblicato nel 1977 nell’album “Rino Gaetano” e considerato, dai postumi, pezzi più enigmatici della sua carriera.

La storia: Renzo, un giovane che, seppur senza colpe, sembra essere coinvolto in una tragica fatalità. La sua morte appare come un destino inevitabile, un messaggio profondo che esplora la condizione umana, la fatalità e l’ineluttabilità delle scelte della vita.

Il testo: ricco di immagini simboliche, è stato inteso da molti come una sorta di premonizione della modalità di fine della vita di chi lo ha scritto. Nonostante la canzone non ne parli direttamente, l’immagine del giovane Renzo, un ragazzo che paga per le sue azioni in un mondo che sembra crudele e senza giustizia, riecheggia la sorte che il cantante stava per affrontare.

Il significato: inteso come una riflessione sulla solitudine e sull’incertezza del destino, il brano si distingue anche per la sua musicalità che mischia il pop con il folk, un mix che Gaetano padroneggia alla perfezione. Ma non c’è dubbio che il tragico incidente del cantautore abbia caricato la canzone di un nuovo significato. Alcuni fan e studiosi della sua musica sono giunti ad ipotizzarne il suo ruolo di “testamento spirituale”, un ultimo messaggio che, come tanti suoi brani, giocava tra il serio e il faceto.

Ma perché si parla di profezia?

La canzone descrive le peripezie tra i diversi ospedali romani,  il San Camillo, il San Giovanni e il Policlinico, che, per varie motivazioni che vengono spiegate nella canzone, non possono accogliere il ferito. Sullo spuntare delle prime luci dell’alba, a causa delle mancate cure, Renzo morirà e non riuscirà neanche ad essere sepolto al cimitero del Verano, come sperava, per mancanza di posto.

Chiaro è l’intento del cantautore di denunciare in tal modo la malasanità. Significato a tratti banale e semplice, se non fosse che le cause che hanno determinato la morte di Renzo, sono le stesse cause che hanno portato al decesso anche Rino Gaetano: tra la notte dell’1 e del 2 giugno 1981 il cantautore, mentre percorreva la strada Nomentana, per motivazioni che i medici sostengono forse un malore, sbanda con la sua automobile, invadendo la corsia opposta e scontrandosi con un camion di frutta, guidato da Antonio Torres.

Qui inizia la stessa ed identica storia di Renzo

Oggi, a più di 40 anni da quel tragico giorno,  solo dopo anni di lotte da parte della sua famiglia, per l’ottenimento di un posto nel cimitero del Verano, la tomba di Rino Gaetano è periodicamente visitata da fan e ammiratori che vogliono rendere omaggio a quell’uomo e quell’artista che ha saputo rappresentare con la sua musica e le sue parole le speranze e le delusioni di intere generazioni di italiani.

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