Al giorno d’oggi è ancora vivo il dibattito sul ruolo e sulle modalità operative dell’erogazione di servizi digitali in biblioteca; questo è stato ciò di cui si è voluto discutere durante l’incontro “Il Digitale in Biblioteca”, tenutosi il 4 dicembre alla fiera Più Libri Più Liberi. Questo evento ha offerto un’interessante analisi sul rapporto tra bibliotecario e ambiente digitale, soffermandosi in particolare sulle diverse pratiche di digital lending.
Che tipo di rapporto hanno i bibliotecari all’interno delle biblioteche con il digitale? Questa relazione può qualificarsi come una vera e propria relazione umana in diversi modi: può essere tormentata, serena, superficiale, profonda, carica di incomprensioni.
Attraverso varie interviste e focus group sono stati individuati quattro archetipi di bibliotecari per comprendere e riassumere il loro rapporto con l’ambiente digitale:
- Bibliotecario consapevole, comprende l’importanza del digitale come elemento intrinseco del suo lavoro, lo promuove e fa parte della sua attività lavorativa
- Bibliotecario utilitaristico interessato, utilizza il digitale solo nella misura in cui gli è utile a semplificare il proprio lavoro, non vede nel digitale un’opportunità per gli utenti
- Bibliotecario inconsapevole, utilizza le tecnologie digitali in maniera estremamente semplicistica, non afferrando la complessità che si cela dietro di esso, ciò che il digitale comporta effettivamente
- Bibliotecario respingente, prova una vera avversione nei confronti del digitale, non lo promuove in biblioteca e non crede che sia parte della sua attività lavorativa
Durante l’incontro sono state analizzate due pratiche all’interno delle biblioteche, pratiche simili ma divergenti: il digital lending e il control digital lending. La base di entrambe è il prestito digitale di un contenuto libro, tuttavia hanno delle importanti differenze, specialmente a livello legale.
Il control digital lending è una teoria che si è sviluppata negli Stati Uniti intorno al 2018, e prevede la possibilità da parte delle biblioteche di digitalizzare le proprie copie di libri e permetterne l’uso ed il prestito. La biblioteca, però, non può distribuire più copie digitali di quanto ne possiede realmente a livello cartaceo. Questa possibilità avviene in virtù di due principi:
-dottrina di prima vendita
-fair use, ossia usufruire di contenuti protetti da copyright attraverso diverse modalità
La legge non ammette ancora questa pratica, nonostante sia sostenuta da molti, tra cui Internet Archive, una delle più importanti biblioteche digitali no profit.
Il digitale, un’opportunità
Negli ultimi anni in Italia stiamo assistendo ad una vera e propria crisi della lettura, sempre meno persone leggono, e questo è dovuto anche in parte al crescente e significativo aumento del prezzo dei libri. Per questo il digitale e gli e-book possono rappresentare un’opportunità fondamentale: libri sempre disponibili e ad un prezzo minore.
È importante incentivare la lettura, in particolare nei giovani, e forse le biblioteche digitali potrebbero essere il mezzo giusto per farlo. D’altronde gli e-book presentano numerosi vantaggi, tra cui la comodità (è possibile portare con sé numerosi libri all’interno di un unico dispositivo); la praticità e l’accessibilità. Gli e-book infatti permettono di cambiare l’illuminazione dello schermo, la dimensione e lo stile del carattere, e la ricerca immediata di parole o frasi all’interno del testo. Queste caratteristiche li rendono particolarmente adatti per chi ha esigenze specifiche di lettura.
È anche vero che nulla potrà mai davvero sostituire l’esperienza di leggere un libro cartaceo, ma la lettura digitale può essere comunque considerata un’ottima e valida alternativa.