Verba manent: stop alle sanzioni ai no vax, il governo perde la faccia

Arriva il Milleproroghe e con lui anche lo stop alle multe per chi non avesse ottemperato all’obbligo vaccinale – quelli che fino a qualche anno fa chiamavamo quotidianamente “no vax”. Chi aveva pagato la sanzione di cento euro non verrà rimborsato e chi invece se n’era infischiato, consapevole, a posteriori diremmo correttamente, che lo Stato grida solo “al lupo al lupo” senza avvistarlo, non dovrà pagare. Il tema non è tanto economico, quanto politico, e riguarda una scelta che oggi appare incomprensibile: riaprire un tema estremamente divisivo, quello dei vaccini in pandemia, che sembrerebbe essere svanito nel tempo. Farlo ora pone dei seri temi di credibilità per la maggioranza di governo. 

In primo luogo, la politica fa ciò che mai sarebbe chiamata a fare per Costituzione: porre in essere delle diseguaglianze tra i cittadini. Dov’è il rispetto verso coloro che di fronte a un’obbligo – non quello vaccinale, ma quello di accogliere la sanzione scegliendo di non vaccinarsi –  decisero di adempiervi? Cento euro fu una cifra simbolica, probabilmente, ma toglierla dalle tasche di tante famiglie italiane non è certo piacevole. Invece chi ha trasgredito l’obbligo di pagare la sanzione, secondo il decreto, resterebbe impunito. Inoltre, dietro al tema etico e morale innalzato da chi si rifiutò di pagare, c’è anche il tema fiscale. La somma prevista dal governo nel 2022 finiva nell’erario statale, dunque chi non ha adempiuto ha evaso. E così oltre a generare disuguaglianze, il governo strizzerebbe l’occhio agli evasori. 

C’è di più: gli operatori sanitari. Ovvero coloro che per primi si sono sottoposti all’obbligo vaccinale, hanno combattuto la pandemia, hanno aiutato gli altri a non ammalarsi, a guarire e a non rischiare la vita. Questa misura è uno schiaffo a quel settore, la sanità, che il governo Meloni difende a spada tratta. Dov’è la coerenza? Quella dei no vax era tutt’altro che una battaglia di libertà, si trattava invece di una presa di posizione pericolosa e basata su tesi scientifiche alquanto discutibili, che per fortuna è stata ristretta minoranza e non ha ostacolato l’immunizzazione della popolazione. Durante la pandemia sono morti 380 medici, nell’impresa di aiutare gli altri, che è in fondo la missione più nobile della loro professione. Il governo dovrebbe pensare prima a loro, poi ai trasgressori. 

Infine, una riflessione di carattere culturale. Le multe non pagate sono esemplificative della scarsa credibilità punitiva dello Stato. Qual è il senso di ingraziarsi i trasgressori? In questo modo, si rischia di innestare un circolo vizioso che lede la credibilità delle istituzioni. Dopodiché una cartella, una sanzione amministrativa in violazione del codice della strada, un risarcimento da fatto illecito, un qualsiasi debito contratto dal cittadino nei confronti della sfera pubblica potrebbe rimanere insoluto. Se l’auspicio di ogni democrazia è quello di far convivere pacificamente le istituzioni e i cittadini tra loro, è comunque vero che l’aspetto sanzionatorio è complice di tale auspicio. Senza punizioni, deterrenza e leggi non ci sarebbe Stato di diritto. Servirebbe, però, anche chi si occupi di farle rispettare, senza esclusione di preferenze. 

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