Dopo il successo di pubblico della versione estiva, tornano a grande richiesta le pagelle della politica dopo le regionali umbre. Pagelle al tartufo, o al cioccolato, fate voi, per Matteo Salvini e Giorgia Meloni, molto amare per i giallorossi. Veniamo ai numeri:
Giorgia Meloni: Voto 10
Fratelli d’Italia supera quota 10%, superando il Movimento Cinque Stelle, si afferma come l’unico partito nazionale in crescita presentatosi in Umbria, e le percentuali che furono di Alleanza Nazionale sembrano un miraggio meno lontano di quanto si potesse pensare solo fino ad un anno fa. Nelle scorse pagelle eravamo stati severi ma giusti con Giorgina, ma questa volta il massimo dei voti le spetta di diritto. Le daremo la lode quando la smetterà di strillare come un’aquila in tv e nei comizi e curerà di più certi suoi atteggiamenti, ora che è una leader nazionale a tutti gli effetti.
Matteo Salvini: Voto 8
La Lega stravince e domina il centrodestra, nonostante una candidata presidente discutibile, perché come al solito Salvini ha preso la residenza in Umbria per 2 mesi, girandosi pure le cantine sociali. Politicamente Salvini non è un drago e la scorsa estate lo ha dimostrato, ma come macchina da propaganda pare ancora imbattibile. In Umbria solo la Meloni merita un voto più alto.
Silvio Berlusconi: Voto 5
Forza Italia è spettatore non pagante nella vittoria del duo sovranista Salvini-Meloni. Continua la lenta e inesorabile discesa del partito, elezione dopo elezione. Ma alla lunga neanche qualche assessore raccattato qua e la per gentile concessione degli alleati non basterà più a tenere in vita un partito morto da anni. Parlare di centrodestra liberale, Forza Italia motore della coalizione popolare, fa tristezza quando a farlo è un leader come Berlusconi che ha segnato, nel bene e nel male, 20 anni di storia italiana. Silvio senti a me, scioglila, passerai alla storia, così sembri un anziano che non riesce a togliersi il vizio del gioco nonostante stia finendo sul lastrico.
Dario Franceschini: Voto 5
La segreteria Franceschini, no non è un refuso, il leader di Area Dem è il vero segretario del Pd, ha puntato tutto il suo progetto politico e strategico sull’alleanza con il Movimento Cinque Stelle. Il primo esperimento è finito molto male, ma siamo certi che Dario non mollerà. Certo, sperimentare questo progetto in Umbria dove la sconfitta era certa e il Pd usciva devastato dalle inchieste giudiziarie e da una fine anticipata della legislatura a causa di un gruppo di potere che ha occupato per decenni quel territorio, non è parsa una genialata, ma di geni al Nazzareno non se ne vedono. Masochista.
Nicola Zingaretti: Voto 4
Walter Veltroni fu defenestrato dalle correnti democratiche per molto meno: ma a Zingaretti la sorte sarà più favorevole. La sua guida è talmente insipida e incolore che sostituirlo con uno meno grigio è impossibile. E poi solo così le correnti possono continuare allegramente nella spartizione interna del potere, finchè resisterà uno zoccolo duro di voti che glie lo permetta.
Luigi Di Maio: Voto 3
Il grande sconfitto di questa tornata. Dimezza i voti, la faccia che ci mette è quella della foto di Narni. Nient’altro da aggiungere. Doveva essere il capo del cambiamento, sembra un portaborse incravattato, pieno di se e vuoto di contenuti.
Giuseppe Conte: Voto 0
Nel governo gialloverde faceva il fantapremier, ed era contento, perché stare a Palazzo Chigi gli pareva un premio sufficiente rispetto al nulla che aveva fatto per meritarselo. Con il governo giallorosso si sente in dovere di credere alla favola che i suoi cortigiani gli raccontano: quella di un Presidente del Consiglio col record di popolarità e con un futuro politico spianato davanti. Con ciò si prende la briga di dichiarare ogni giorno, fare rampogne ai partiti che lo hanno messo li perché non avevano nulla di meglio, chiudere una campagna elettorale con un comizio, dicendo di non fare campagna elettorale. Presuntuoso.
Roberto Speranza: Voto 6
Fa il Ministro con la sua sinistra fissa all’1%. Durerà poco? Forse: ma quella sinistra al governo quando mai è durata tanto? Lo potrà raccontare ai nipoti, e tanto basta per prendere la sufficienza, non ostante pure lui si sia dovuto prestare alla foto di Narni. Qualche foto val bene un ministero.
Matteo Renzi: Senza Voto
Si è sfilato dalla foto di Narni, per questo meriterebbe 10. Si è sfilato dal Pd, e per ora è ingiudicabile. Se avrà pazienza potrà svuotare il Pd e Forza Italia in un colpo solo, rimettendosi al centro della politica non solo per abilità tattiche, ma per un vero progetto politico. Però? Però è Renzi, e con la pazienza ha litigato spesso. Ma a noi piace così e lo diciamo.
Il Fotografo di Narni: Voto 7
Solidarietà al professionista che in carriera non ha mai trovato soggetti più svogliati nel mettersi in posa come i quattro giallorossi in questione.
Rossano Rubicondi: Voto 8
Era candidato Presidente per Potere al Popolo. Ha preso poco più dell’1%, ma ha avuto un flirt con Belen Rodriguez. Vuoi mettere cosa importi la politica davanti a ciò. Eroe.
Dr Seduction: Voto 8
Tale Giuseppe Cirillo. Era candidato Presidente sostenuto dal Partito delle Buone Maniere. Nel suo curriculum si segnalano capacità innate da corteggiatore e seduttore per donne di tutte le età, fasce di reddito, posizione sociale, razza, religione e provenienza geografica. Non ricordo neppure quanti voti ha preso: ma cosa volete che importino i voti davanti ad una candidatura di questa statura?
Ma voi veramente pensate che il Rossano Rubicondi di Potere al Popolo sia il Rossano Rubicondi marito di Ivana Trump che ebbe un flirt con Belen all’Isola dei Famosi, o state giocosamente scherzando?