A 82 anni, Gabriele Lavia si cimenta in una delle sfide più ardue che tutti i grandi attori prima o poi devono affrontare: il “Re Lear” di William Shakespeare, titolo che inaugura la nuova stagione del Teatro Argentina di Roma, martedì 26 novembre (ore 20).
Re Lear è vecchio sovrano, attanagliato dalla fame di potere, di cui vorrebbe liberarsi cedendo la responsabilità del regno dividendo il reame fra le sue tre figlie – Regana, Gonerilla e Cordelia – ma che non riesce a lasciar andare.
Una storia dove l’eterna tragedia del potere logora l’animo umano attraversato dalle passioni, dai tradimenti e dalle miserie dell’esistenza umana, mentre sullo sfondo si consuma la conflittualità del rapporto tra padri e figlie e figli.
Lavia definisce Re Lear una storia di perdite: perdita della ragione, perdita del Regno, perdita della fraternità. Una metafora che riflette la condizione umana. «Non resta che vivere in una tempesta. Ma la tempesta di Lear è la tempesta della sua mente – spiega lo stesso Lavia nelle note di regia –. La morte dell’uomo che ha abbandonato il suo Essere. Ed ora vive il suo non-Essere nella Tempesta della mente, che travolge tutti. Tranne colui che più degli altri ha sofferto e può “essere-Re” della sofferenza come percorso di conoscenza. “Essere o non essere” sono certamente le parole più importanti di tutto il Teatro Occidentale e, come sanno (quasi) tutti, le dice Amleto. Subito dopo “essere o non essere” Amleto dice: “Questa è la domanda”. Re Lear, invece, “nega” questa domanda e decide per il “Non essere”, non essere più Re».
Un titolo che Lavia conosce bene quando 52 anni fa, nel 1972, affrontò la pièce il ruolo di Edgar (erede legittimo al trono) nella regia di Giorgio Strehler (suo maestro) al Piccolo Teatro di Milano.
Oggi, Gabriele Lavia si confronta con Re Lear nel duplice ruolo di regista e attore protagonista. Sul palco insieme a lui un nutrito cast di 14 interpreti, composto da: Giovanni Arezzo, Giuseppe Benvegna, Eleonora Bernazza, Jacopo Carta, Beatrice Ceccherini, Federica Di Martino, Ian Gualdani, Luca Lazzareschi, Mauro Mandolini, Andrea Nicolini, Gianluca Scaccia, Silvia Siravo, Jacopo Venturiero, Lorenzo Volpe.
Lo spettacolo, in scena fino al 22 dicembre, è una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Effimera s.r.l, LAC – Lugano Arte e Cultura.