Ricorrono quest’anno i 50 anni di Unicef Italia e, per l’occasione, nel fermento della magia cinematografica che albeggia sulla Capitale durante i giorni della Festa del Cinema, l’Ambasciatrice Alessandra Mastronardi e il portavoce Andrea Iacomini hanno ricordato l’importanza dell’impegno dei volontari e degli operatori umanitari che, ogni giorno, operano in più di 190 paesi al fine di creare le condizioni ottimali per far vivere ai bambini la loro infanzia positivamente, garantendo loro il giusto nutrimento, la possibilità di crescere e di formarsi socialmente e dal punto di vista scolastico, alla luce del pieno rispetto dei diritti e della libertà di ciascuno.
Attraverso azioni concrete, missioni di pace e programmi di intervento mirati, si impegnano a fornire materiali atti a costruire ospedali oppure alimenti come latte, acqua, farina e garantiscono le adeguate condizioni per l’alfabetizzazione, l’educazione e la formazione attraverso il supporto costante di psicologi, insegnanti e Ambasciatori.
L’importanza della cura e della protezione dei bisogni di tanti bambini, molto spesso privati della spensieratezza che dovrebbe essere tipica degli anni dell’infanzia, è alla base della missione dell’Unicef.
A questo proposito, sabato 19 ottobre la Casa del Cinema di Roma sita a Villa Borghese ha accolto una mostra fotografica per sensibilizzare gli spettatori circa il tema dei diritti dei bambini nel mondo, ponendo l’accento sulle continue emergenze umanitarie, come in Ucraina, in Afghanistan, in Congo, in Etiopia.
Nel magico scenario della Kermesse di Roma, è stato proiettato il cortometraggio “Milk teeth – Essere bambine in Afghanistan”, un racconto delicato e attento alle criticità vissute in una parte di mondo ancora in difficoltà, come raccontato dall’Ambasciatrice di Unicef Italia Alessandra Mastronardi, presente all’incontro, che ha parlato della sua missione e di tutte le scoperte, le fragilità e i frammenti di vita umana con cui è entrata in contatto.
La protagonista del corto è una bambina di 7 anni che, attraverso le varie scene proiettate sullo schermo, si fa portavoce di uno dei tanti messaggi umanitari per cui i volontari si battono ogni giorno, cioè l’istruzione per tutte le bambine. Tratta da un’idea di Giuseppe Carrieri e Alessandra Mastronardi con la regia e fotografia di Amin Meerzad, si tratta di un vero e proprio viaggio di riflessione attraverso gli occhi delle ragazze in Afghanistan, per le quali non è garantita la possibilità di frequentare la scuola secondaria. Tra l’altro, la perdita dei denti da latte – da cui deriva il titolo del corto – annuncia l’entrata nel mondo degli adulti che, in Afghanistan, svela un senso di impotenza e di invisibilità che caratterizzano la vita e l’essere donna.
L’intera discussione è stata, poi, seguita da un’ulteriore proiezione dal titolo “House of Terror”, diretto dal regista Francesco Calabrese e prodotto da Think Cattleya e Saatchi & Saatchi, con la partecipazione del regista e sceneggiatore Dario Argento, per riflettere sul tema della violenza domestica sui minori, problematica ancora oggi sempre più sentita e bisognosa di azioni volte alla protezione di una fascia d’età non sempre caratterizzata dalla libertà e dall’individualità che, parimenti al pensiero della pedagogista Maria Montessori, sono elementi essenziali per formare e sviluppare l’uomo del domani.