L’ultimo viaggio di Sindbad, odissea di un migrante alla ricerca di sé

Se il teatro Costanzi è stato il palco d’apertura di questa trentanovesima edizione del Romaeuropa Festival, è una collaborazione con il REF a chiudere il cartellone operistico 2023/2024 dell’Opera di Roma.

L’ultimo viaggio di Sindbad, composta da Silvia Colasanti su libretto di Fabrizio Sinisi, liberamente ispirato a testi di Erri De Luca, debutta in prima esecuzione assoluta al Teatro Nazionale di Roma, dal 16 al 23 ottobre.

L’opera, commissionata dalla Fondazione lirica capitolina, è il primo capitolo di un progetto triennale dedicato alla musica contemporanea insieme a tre diverse compositrici.

L’ultimo viaggio di Sindbad è un dramma corale che ripercorre le vicende di un capitano arrivato al suo ultimo viaggio con un carico di uomini, donne e bambini, e la cui vicenda si fa specchio di una delle grandi tragedie del nostro tempo, tra echi biblici e leggende del mare.

L’opera, spiega la compositrice, «è la storia di un viaggio in mare e di un viaggio interiore del protagonista alla ricerca di sé. Il tragitto della nave di Sindbad prende spunto dalla cronaca, in particolare dall’antichissimo fenomeno della migrazione, per raffigurare una parabola, un percorso metastorico attraverso tempi, culture e interpretazioni diverse. Attraverso diversi quadri, simili alle stazioni di una laica via crucis marittima, il viaggio in mare ripercorre l’ineluttabile narrazione che l’uomo da sempre fa della sua esistenza».

A mettere in scena la nuova produzione è chiamato Luca Micheletti: artista eclettico che debutta come regista all’Opera di Roma. «Sindbad, come Ulisse, è un ponte tra Oriente e Occidente – dice il regista – che non naviga però da Troia verso Itaca, peregrinando per un Mediterraneo pieno di trappole metafisiche, ma dal Nordafrica all’Europa. Attraverso gli antichissimi codici del teatro e della musica, desideriamo consegnare agli interlocutori di questo tempo le tracce di un passaggio storico, di un fenomeno che ci eccede, di una storia che si autodetermina e ci determina, risuonando come risuona di mille e una voce, dalle foreste della nostra preistoria (quell’Oriente che significa “nascita”), passando per Scilla e Cariddi, fino a naufragare nel nostro Occidente (che in sé reca l’idea del tramonto). E, così facendo, contribuire a creare coscienza».

La direzione musicale è affidata alla bacchetta di Enrico Pagano, giovane direttore (classe 1995) che debutta sul podio dell’Opera di Roma. 

Sul palco, nel ruolo di Sindbad, è chiamato il baritono Roberto Frontali, accompagnato da un ampio cast in cui spiccano Roberto Abbondanza, Paolo Antognetti, Giorgio Misseri, Vincenzo Capezzuto, Daniela Cappiello, Elisa Balbo e Alice Rossi.

Dopo Silvia Colasanti, nella stagione 2024/25 sarà messa in scena per la prima volta in Italia Adriana Mater di Kaija Saariaho con la regia di Peter Sellars, mentre nella stagione 2025/26 sarà la volta dell’opera Inferno di Lucia Ronchetti.

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