Proprio ieri, 19 settembre 2024, alle 10.01 del mattino si è ripetuto il “miracolo della liquefazione del sangue” più celebre di Napoli.
E’ con questa espressione, infatti, che viene definito il prodigioso scioglimento del sangue di San Gennaro: un evento che avviene ben tre volte l’anno (il primo sabato di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre). In queste tre occasioni, migliaia di fedeli (e non) si riuniscono nel Duomo per attendere il compiersi del “miracolo”. Anche ieri, giorno della solennità del santo patrono della città partenopea, il sangue si è sciolto.
Alle 10.01, quando il vescovo Don Mimmo Battaglia ha esposto le due ampolle nel Duomo, è stato possibile vedere lo stato del sangue tornato liquido. Il tutto accompagno da un fazzoletto bianco che, come da tradizione, è stato sventolato in aria al compiersi del prodigio. Subito si è alzato un forte applauso e grida di esultanza da parte dei fedeli. Presenti alla celebrazione anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Come nasce questo prodigio?
Il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, nasce quando il Santo (all’epoca vescovo di Benevento) nel 305 venne decapitato assieme ad alcuni suoi compagni cristiani proprio il 19 settembre. Durante il trasporto delle sue reliquie, una donna raccolse in due ampolle il sangue del martire. Da quel momento la venerazione del santo e delle due ampolle non si fermò mai, anzi si diffuse sempre più. In suo onore, infatti, vennero costruite anche due cappelle: San Gennariello al Vomero e San Gennaro ad Antignano.
La data della prima liquefazione è incerta, ma si racconta che avvenne per la prima volta all’epoca di Costantino (306 – 337 d.C.). Da quel momento, ogni anno si attende il compiersi della liquefazione come segno di protezione da eventi disastrosi che potrebbero colpire la Campania e i devoti al santo.
I dubbi attorno al “miracolo”
L’evento “miracoloso” della liquefazione del sangue di San Gennaro non è mai stato riconosciuto come tale dalle istituzioni ecclesiastiche. Esso è stato tuttalpiù definito come “prodigio”. Nel corso del tempo però il dubbio sulla veridicità di questo evento non è venuto meno, soprattutto nelle menti di scienziati.
In un articolo pubblicato su Nature, alcuni studiosi del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo di Affermazioni sulle Pseudoscienze) hanno raccontato di un loro esperimento in cui, guidati da Luigi Garlaschelli, hanno ottenuto una sostanza “sospetta”. Utilizzando dei materiali facilmente reperibili in natura (anche in epoca medievale), hanno ricreato una miscuglio dal colore simile a quello del sangue e con la capacità di liquefarsi se agitato. Secondo i ricercatori, quindi, la natura del prodigio di San Gennaro sarebbe dovuta alle stesse proprietà tissotropiche della sostanza ricreata in laboratorio.
L’abate Vincenzo De Gregori, responsabile delle ampolle da molti anni, racconta come in tante situazioni il sangue non si sia liquefatto nonostante i vari movimenti fatti. Addirittura questo accadde dinanzi al Papa Ratzinger.
Un’altra analisi fatta ha rilevato l’effettiva presenza di sangue all’interno delle ampolle ma questo non risulta ancora sufficiente a convincere i più scettici. Molti credono, infatti, che dentro ai contenitori sarebbero potute esserci anche altri materiali che rendano la sostanza tutta facilmente manovrabile.
Vero o falso che sia il prodigio del sangue presente nelle ampolle di San Gennaro, l’evento continua sempre più a catturare l’attenzione di tanti scettici, fedeli o semplici curiosi. Essi ogni anno si recano presso il Duomo di Napoli per provare a crederci, pregare o semplicemente assistervi.