“La riforma dello Ius Scholae è attesa da troppo tempo,” ha dichiarato Marietta Tidei, capogruppo di Italia Viva al Consiglio regionale del Lazio, intervenendo sul dibattito politico di questi giorni. “È doveroso concedere la cittadinanza ai bambini e ai ragazzi di origine straniera che hanno frequentato un ciclo di studi di cinque anni. Già nel 2017, durante il Governo Renzi, lo Ius Culturae fu approvato alla Camera, ma non si riuscì a portarlo al voto anche al Senato,” ha ricordato Tidei, sottolineando l’importanza di riprendere il discorso interrotto anni fa.
Secondo Tidei, la situazione attuale coinvolge oltre 800mila alunni e alunne con background migratorio, che ogni giorno frequentano le scuole italiane senza avere la cittadinanza. “Questi ragazzi sono italiani di fatto, ma non riconosciuti dalla legge e trattati come cittadini di serie B,” ha affermato, evidenziando l’ingiustizia subita da chi, pur vivendo in Italia da sempre, non gode degli stessi diritti degli altri cittadini.
“La riforma dello Ius Scholae sarebbe uno strumento di integrazione straordinario,” ha proseguito Tidei, “rafforzerebbe in tante ragazze e ragazzi il senso di appartenenza al nostro Paese, al territorio e alla comunità.” Per Tidei, il grado di civiltà di una società si misura anche dalla sua capacità di integrare persone di origini e culture diverse, “alle quali chiede di condividere un sistema di valori e regole comuni.”
Tidei ha poi criticato l’immobilismo del governo sulla questione: “Il nostro Paese non dovrebbe guardare al passato, ma essere più attento ai bisogni di una società che cambia velocemente.” Tuttavia, ha denunciato, “in questi giorni stiamo assistendo a un balletto di dichiarazioni tra Forza Italia, che vorrebbe la riforma, e Lega e Fratelli d’Italia, che invece fanno muro con la solita scusa che questa riforma ‘non è una priorità’.” Per la capogruppo di Italia Viva, si tratta dell’ennesima dimostrazione di una “profonda spaccatura nella maggioranza di centrodestra,” una situazione definita “imbarazzante.”
Infine, Tidei ha espresso preoccupazione per il silenzio della presidente del Consiglio sul tema: “È grave che la presidente del Consiglio non abbia ancora detto una parola su un tema così importante,” ha concluso.