Il ritiro del contingente americano dal Nord della Siria, lasciando spazio all’invasione turca, è un grave errore. Sul piano dei valori che l’Occidente non dovrebbe mai rinunciare di trasmettere al mondo, ma ancor più dal punto di vista strategico e militare.
Ma no, Donald Trump non ha mai detto di star ritirando le truppe perché loro non hanno aiutato gli Stati Uniti con lo sbarco in Normandia.
In una conferenza stampa alla Casa Bianca ha detto che non si tratta di una popolazione con cui gli Stati Uniti hanno nel tempo avuto un rapporto reciproco in campo militare, bensì c’è sempre stato solo un supporto unilaterale degli Stati Uniti alla loro causa. Per esplicitare il concetto con un esempio, ha detto che non stiamo parlando di qualcuno che era durante la Seconda Guerra Mondiale e/o in Normandia al fianco dell’esercito americano. Sono sempre stati solo gli Americani sul territorio curdo. Il che è un ragionamento fatto non a caso, ma per rispondere al punto nevralgico della questione per l’elettorato americano: è giusto o no tenere i nostri militari ad occuparsi di guerre che non sono nostre? Nel mio piccolo ho sempre pensato di sì, ma non si può dimenticare come Trump (come del resto fece anche Obama) abbia fatto del ritiro dei contingenti una promessa forte e chiara. Dato che lo si accusa di “tradimento”, ha voluto specificare che con i curdi non si sono combattute battaglie l’uno per l’altro, che non si stava abbandonando qualcuno come inglesi, francesi o storici alleati di quella portata.
Poteva usare un esempio migliore? Probabilmente sì. Si è espresso in modo troppo brusco? Senza dubbio. Non ha però mai evidenziato un rapporto causa-effetto tra “I curdi non c’erano in Normandia” e “Ritiriamo i soldati in Siria”. Chi lo scrive, come stanno facendo i principali giornali italiani in queste ore, dice una falsità.
Che bello! Esiste anche qualcuno capace di dire la verità: ormai cominciavo a disperare!