Recentemente, l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica statunitense e globale si sono concentrate su due temi cruciali: il possibile ritiro del Presidente Joe Biden dalla corsa per un secondo mandato e la popolarità della Vicepresidente Kamala Harris sia all’interno del Partito Democratico sia tra gli elettori americani.
Le speculazioni sul ritiro di Joe Biden dalla corsa presidenziale del 2024 sono aumentate notevolmente negli ultimi mesi. Biden, che ha compiuto 81 anni a novembre 2023, è il presidente più anziano nella storia degli Stati Uniti. Questo ha sollevato dubbi sulla sua capacità di affrontare un altro mandato presidenziale, considerando anche le sfide fisiche e cognitive associate all’età avanzata in considerazione anche delle ultime apparizioni pubbliche in eventi istituzionali. Ha pesato molto il sondaggio condotto da USA Today e dalla Suffolk University, secondo il quale il 64% degli elettori democratici ritiene che Biden non si sarebbe dovuto candidare per un secondo mandato. Questa percentuale riflette una crescente preoccupazione tra i democratici riguardo alla capacità del Presidente di affrontare le future sfide del paese. Allo stesso tempo, un’indagine di CNN/SSRS ha rilevato che solo il 37% degli elettori registrati, indipendentemente dall’affiliazione politica, crede che Biden sarebbe stato in grado di cercare la rielezione. Pertanto, il 21 luglio scorso, il Presidente Biden ha deciso di ritirarsi dalla corsa presidenziale facendo un endorsement proprio per la sua Vice: Kamala Harris, la quale gode già del sostegno della famiglia Clinton.
La Popolarità di Kamala Harris
Kamala Harris è stata incaricata di gestire temi molto complessi e controversi, come la riforma dell’immigrazione e il diritto di voto, senza ottenere risultati tangibili o cambiamenti significativi nella società. Questo ha alimentato la percezione che il suo lavoro non abbia avuto un impatto concreto, facendo apparire la sua vicepresidenza come una serie di iniziative scollegate senza una visione coerente. Nonostante gli sforzi per essere presente su temi cruciali come i diritti riproduttivi e le questioni legate all’inclusione, molti elettori ritengono che Harris non sia riuscita a comunicare efficacemente i suoi successi e il suo lavoro. La sua visibilità pubblica è spesso vista come limitata a interventi di routine e cerimoniali, senza un ruolo chiaro e definito su questioni di grande rilievo come la politica estera.
Negli anni la Vicepresidente Harris è stata accusata di incoerenza su diverse posizioni politiche, cambiando spesso la sua posizione su temi come l’assistenza sanitaria universale e la decriminalizzazione del lavoro sessuale. Questa percezione di “flip-flopping” ha danneggiato la sua credibilità e ha rafforzato l’idea che non sia autentica nelle sue convinzioni. Harris è stata spesso associata a politiche fallimentari o percepite come tali, come la gestione delle migrazioni dal Centro America, che hanno ulteriormente indebolito la sua immagine. Le sue dichiarazioni inadeguate o mal accolte su questi temi hanno contribuito a creare un’immagine di inefficacia e insicurezza.
Infatti, secondo un sondaggio di Politico/Morning Consult, solo il 42% degli elettori considera Harris una leader forte, con una netta divisione tra democratici e indipendenti. Tra i democratici, il sostegno è più alto (circa il 75%), ma tra gli indipendenti scende al 33%. La stessa indagine rivela che solo il 42% degli elettori crede che Harris sia preparata per diventare presidente, e la percentuale di chi la considera affidabile è appena al 43%. Questi numeri sono particolarmente bassi tra gli indipendenti, con solo il 37% che la ritiene pronta per il ruolo. Inoltre, lei stessa ha registrato bassi livelli di fiducia su temi cruciali come l’immigrazione (40%), le relazioni con la Cina (37%) e il conflitto israelo-palestinese (35%). Questi dati indicano una percezione di inaffidabilità o inadeguatezza in questioni internazionali e di sicurezza. Le critiche riguardano anche la sua incoerenza su diverse politiche. Harris è stata accusata di cambiare posizione su temi come l’immigrazione e la riforma sanitaria, il che ha contribuito a farla percepire come poco credibile e senza una visione chiara.
Oltre al Politico, risaltano all’occhio dell’opinione pubblica, e degli addetti ai lavori, anche altri sondaggi. Un sondaggio del Pew Research Center mostra che la Vicepresidente Harris ha un tasso di approvazione del 45% tra gli elettori democratici. Questo dato, seppur positivo, evidenzia una divisione interna al partito, con un 55% che non è pienamente convinto della sua leadership o delle sue capacità. Anche un’analisi del Brookings Institution sottolinea come Harris abbia ancora bisogno di consolidare il suo sostegno tra gli elettori più giovani e progressisti, un gruppo demografico cruciale per le elezioni.
Nell’opinione pubblica generale, Harris sembra avere difficoltà a ottenere un supporto ampio e trasversale. Secondo un sondaggio di Gallup, solo il 41% degli americani ha una visione favorevole di Harris, mentre il 49% ha un’opinione negativa. Questi numeri indicano una sfida significativa per la Vicepresidente nel costruire una coalizione elettorale ampia e diversificata.
Equilibri Interni e la Sfida di Trump
La possibile transizione di leadership all’interno del Partito Democratico arriva in un momento in cui i democratici devono affrontare una difficile sfida interna. Il partito è diviso tra le ali progressiste e moderate, ognuna con visioni differenti su politiche chiave e sulla strategia elettorale. I leader progressisti come Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders spingono per riforme più radicali in materia di sanità, ambiente e giustizia economica, mentre i moderati cercano di mantenere un approccio più centrista per attrarre elettori indipendenti e repubblicani disillusi. In questo contesto, emergono anche altri potenziali candidati per la leadership democratica. Tra questi, il governatore della California Gavin Newsom è spesso citato come una figura capace di unire le varie fazioni del partito grazie alle sue politiche progressiste combinate con una gestione pragmatica dello Stato. Newsom ha guadagnato visibilità nazionale con la sua gestione della pandemia di COVID-19 e con iniziative su temi come il cambiamento climatico e l’uguaglianza sociale. Un altro nome di rilievo è quello del Segretario di Stato all’Energia, Jennifer Granholm. Granholm, ex governatrice del Michigan, è vista come una candidata con una forte competenza in politiche energetiche e industriali, aree cruciali per il futuro economico del paese. La sua esperienza e il suo background potrebbero attirare sia l’ala progressista del partito sia i moderati in cerca di una leadership solida e informata.
Politica Internazionale: Sicurezza e Rapporti Esteri
Oltre alle dinamiche interne, i democratici dovranno affrontare una serie di sfide importantissime in ambito internazionale. La sicurezza nazionale e la politica estera saranno temi cruciali nelle elezioni del 2024, con implicazioni profonde per la leadership degli Stati Uniti nel mondo.
La questione della sicurezza al confine e immigrazione continua a essere un argomento divisivo. Le politiche di Biden hanno cercato un equilibrio tra sicurezza e umanità, ma il problema rimane complesso. La Harris, così come altri potenziali candidati, dovrà articolare una visione chiara e sostenibile per gestire l’immigrazione. Il rafforzamento delle alleanze con l’Unione Europea e la NATO è stato un pilastro della politica estera di Biden. In un contesto di crescenti tensioni globali, mantenere solidi rapporti transatlantici sarà essenziale. La cooperazione in settori come la difesa, l’economia e la lotta al cambiamento climatico continuerà a essere una priorità.
La guerra in Ucraina rappresenta una delle crisi internazionali più urgenti. Gli Stati Uniti hanno fornito supporto militare e finanziario rilevantissimo all’Ucraina. Il conflitto israelo-palestinese rimane un tema delicato. La politica degli Stati Uniti ha tradizionalmente supportato Israele, ma c’è una crescente pressione per affrontare anche le preoccupazioni dei palestinesi. Allo stesso modo, l’opinione pubblica statunitense desidera al più presto una fine della guerra in Ucraina. Una politica equilibrata e giusta sarà cruciale per mantenere la stabilità in quelle aree di mondo e l’influenza americana. Inoltre, le relazioni con la Russia e la Cina sono tra le più complesse e cruciali per gli Stati Uniti. Con la Russia, la politica dovrà continuare a bilanciare la pressione per il rispetto dei diritti umani e la sovranità dei paesi vicini, mentre con la Cina, le sfide includono questioni commerciali, tecnologiche e di sicurezza. La situazione a Taiwan rappresenta un potenziale punto di conflitto, con la necessità di una strategia chiara per gestire le crescenti tensioni nella regione Asia-Pacifico.
Analisi e Prospettive
Le prossime elezioni presidenziali del 2024 rappresentano una sfida cruciale per il Partito Democratico. La nuova leadership del partito si trova in una posizione difficile nel tentativo di coagulare il sostegno attorno a un nuovo candidato. Kamala Harris, pur essendo la naturale erede apparente di Biden, dovrà affrontare notevoli ostacoli per consolidare la sua posizione e guadagnare il sostegno necessario.
In conclusione, il futuro della leadership democratica è abbastanza incerto. Il ritiro di Biden apre la strada a una nuova fase politica con Kamala Harris al centro della scena. Tuttavia, la Vicepresidente dovrà affrontare e superare le sfide legate alla sua popolarità e alla coesione del partito per diventare una candidata forte e unificante per le elezioni del 2024. Secondo alcuni sondaggisti, la combinazione Harris-Granholm potrebbe rappresentare un’opzione valida ma non priva di rischi, ovvero potrebbe mobilitare settori cruciali dell’elettorato progressista e femminile al fine di segnare una scelta storica e dimostrare una forte affermazione della diversità e dell’inclusione all’interno del partito.
Tuttavia, il processo elettorale è ancora lungo e imprevedibile, e con la crescente tensione tra le superpotenze globali e le sfide interne, il quadro politico potrebbe cambiare drasticamente in qualsiasi momento. Con Donald Trump, che ad oggi continua a essere una forza potente nella politica americana. Mentre il Partito Democratico si prepara a un futuro incerto e l’elettorato attende con ansia, una domanda rimane aperta: riusciranno i Democratici a superare le loro divisioni interne e a presentare una proposta unitaria e convincente? O il loro destino sarà segnato da sorprese inaspettate e manovre strategiche? Con la campagna elettorale che si avvicina e le dinamiche politiche in continua evoluzione, il futuro del Partito Democratico e della prossima presidenza resta un enigma avvincente, pronto a svelare i suoi segreti solo nei mesi a venire.