Il quadro politico italiano, ma a ben vedere anche quello europeo è in evoluzione ed è alquanto fluido, nondimeno mai come in questo momento abbiamo bisogno di ripensare una collocazione politica identitaria, risoluta, sovranista ma anche europeista: potremmo dire eurofila. La Lega di Matteo Salvini deve occupare lo spazio a destra della coalizione, quello sovrano; la Meloni quello nazionale e Giovanni Toti quello identitario ma eurofilo, e chissà magari arrivare a fondersi con Fratelli d’Italia di qui a qualche anno, dando vita a un grande contenitore conservatore. Cosa fare quindi? Dal mio punto di vista la nuova forza “Cambiamo”, di Giovanni Toti, deve ambire a creare un centro-destra nuovo, in cui coesistano posizioni più ‘’estreme’’ ma anche un ‘’moderatismo uninazionale’’ parafrasando uno dei punti di vista conservatrici, vale a dire quello Britannico coniato da Benjamin Disraeli: ma soffermiamoci un momento su quella ideologia.
Disraeli presentò la sua filosofia politica in due romanzi: Sybil, ovvero le due nazioni e Coningsby, pubblicati rispettivamente nel 1845 e nel 1844. Il conservatorismo di Disraeli proponeva una società paternalistica con le classi sociali intatte ma con la classe operaia che riceve sostegno dal sistema. Egli enfatizzava l’importanza dell’obbligazione sociale piuttosto che l’individualismo che pervadeva la sua società. Disraeli ammoniva che la Gran Bretagna sarebbe diventata divisa in due “nazioni”, dei ricchi e dei poveri, come risultato dell’accresciuta industrializzazione e disuguaglianza. Preoccupato di questa divisione, egli sostenne misure per migliorare le vite delle persone per fornire sostegno sociale e proteggere le classi operaie. Disraeli giustificava le sue idee mediante la sua credenza in una società organica nella quale le diverse classi hanno obblighi naturali l’una verso l’altra. Egli vedeva la società come naturalmente gerarchica ed enfatizzava l’obbligazione di quelle in cima verso quelle in basso. Questo si basava sul concetto feudale di ‘noblesse oblige’, che asseriva che l’aristocrazia aveva un obbligo di essere generosi e onorevoli; per Disraeli, questo implicava che il governo dovesse essere paternalistica. Diversamente dalla Nuova Destra, il conservatorismo uninazionale prende un approccio pragmatico e non ideologico alla politica e accetta il bisogno di politiche flessibili; i conservatori uninazionali hanno spesso cercato il compromesso con i loro avversari ideologici per amore della stabilità sociale. Disraeli giustificava le sue opinioni sostenendo pragmaticamente che, se la classe dominante dovesse diventare indifferente alla sofferenza delle persone, la società diventerebbe instabile e la rivoluzione sociale una possibilità.
Benjamin Disraeli adottò il conservatorismo uninazionale per ragioni sia etiche che elettorali. Prima di diventare capo del Partito Conservatore, Disraeli aveva annunciato che, in conseguenza della Legge di riforma (Reform Act) del 1867 che aveva concesso il diritto di voto alla classe operaia maschile, il partito doveva perseguire riforme sociali se voleva avere successo elettorale. L’uninazionalismo avrebbe sia migliorato le condizioni dei poveri sia dipinto i membri del Partito Liberale come individualisti egoisti. Poiché il partito si dipingeva come un partito nazionale (e non basato sulle classi), i suoi membri erano incerti se fare appelli specifici alle classi operaie. Un approccio più positivo verso la classe operaia da parte del partito si sviluppò in seguito a causa della necessità elettorale di assicurarsi i voti della stessa classe operaia. Mentre era al governo, Disraeli presiedette a una serie di riforme sociali che sostenevano la sua politica uninazionale e miravano a creare una gerarchia benevola. Egli nominò una Commissione Regia per valutare lo stato della legislazione tra i datori di lavoro e i dipendenti, il cui risultato spinse Richard Cross ad approvare la “Legge sui datori di lavoro e i lavoratori” (Employers and Workmen Act) del 1875. Questa legge rese entrambe le parti dell’industria uguali di fronte alla legge e l’inadempienza contrattuale un illecito civile, piuttosto che penale. Nello stesso anno Cross approvò anche la “Legge sulla cospirazione e la protezione della proprietà” (Conspiracy, and Protection of Property Act) che consacrò il diritto di sciopero dei lavoratori garantendo che gli atti compiuti da un gruppo di lavoratori non potessero incriminati come cospirazione. Boris Johnson spiegò la sua filosofia politica nel 2010: ‘’Io sono un Tory uninazionale. Esiste un dovere da parte dei ricchi verso i poveri e i bisognosi, ma non aiuterete le persone a esprimere quel dovere e a soddisfarlo se le penalizzerete fiscalmente in modo così brutale che lasceranno questo paese. Io voglio che Londra sia un luogo competitivo, dinamico per venire a lavorare’’.
Con lungimirante visione Giuseppe Prezzolini nel suo Manifesto Conservatore scrisse: ‘’Uno dei più gravi pregiudizi contro la destra in Italia è quello del timore che una vittoria di questa rappresenti un ritorno al fascismo. Mentre è giusto che la destra pretenda, nel campo intellettuale e universitario, che il ventennio fascista venga studiato senza prevenzioni come un periodo della storia degli italiani, ai cui fasti e nefasti la maggioranza di essi prese parte e responsabilità, sarebbe sbagliato e pericoloso per la destra qualunque atto o manifestazione che potesse giustificare il pregiudizio generale contro il fascismo che ha giovato tanto ai comunisti. Sono passati trent’anni dalla caduta del fascismo, e in questi anni il mondo è cambiato assai. Molte situazioni sono addirittura rovesciate. Il comunismo stesso ha sentito il bisogno di modificarsi e di assumere in Italia e in altri Paesi una maschera di indipendenza nazionale. Ci sono nuovi problemi e nuove leve di giovani. Sono seccati di sentir ancora giudicare le persone e le soluzioni secondo la distinzione di fascismo e antifascismo […] Prima di tutto il Vero Conservatore si guarderà bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il V.C. intende «continuare mantenendo», e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. Il V.C. sa che a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a principii permanenti. Il conservatore non è contrario alle novità perché nuove; ma non scambia l’ignoranza degli innovatori per novità. Il conservatore è un freno all’utopia e agli utopisti, che s’innamorano di cose e di idee mai sperimentate e che, quando si realizzano, si rivelano ben diverse da come se le immaginavano’’.
Prezzolini spiegava bene la rotta da seguire, inquadrandola, ma siamo ancora in tempo per dare vita a questa maturazione del sistema politico italiano, sperando che così scacceremo il trasformismo e i biechi giochetti di Palazzo alle spalle. I tempi sono cambiati, certo, ma è semplicemente una questione di adattamenti, al posto delle istanze ‘operaie’ bisogna andare incontro al volere dell’elettore, alla Volontà generale di roussoniana memoria. Non dimenticando che chi sta nei Palazzi romani è un rappresentante, senza vincolo di mandato certo, ma deve portare le istanze del suo collegio, del suo elettorato all’attenzione parlamentare. Non è troppo tardi, Giovanni e Giorgia, affrettiamoci a ripensare questo nuovo centro-destra all’insegna dell’unità e delle chiarezza, ripartendo dai nostri valori, dalle nostre idee, dalle nostre proposte e delle nostre visioni. Mettiamo in collegamento Disraeli e Prezzolini, due modi paralleli di andare nella medesima direzione.
Illuminante anche per chi non é di Destra. Solamente una domanda. Non ho capito cosa c’entra la Lega in tutto questo. Come fare ad arginare una deriva oltranzista se devi andare a discutere con personaggi del genere. Quel Tea Party tutto italiano sta generando imbarazzo e non é solo questione di posizioni estreme. Ascoltare le istanze della gente non significa fomentarla all’odio e all’isolamento dal mondo intero. Disraeli avrebbe accettato un impoverimento culturale del genere? Ho visto il centrodestra, che vantava fior fior di pensatori, impoverirsi culturalmente, non avere più il valore civico che la contraddistingueva.
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