Le truffe, negli ultimi anni, sono profondamente cambiate, anche per via della trasformazione della nostra società, e del mondo in cui viviamo: basti pensare all’avvento di tecnologie come l’Intelligenza artificiale.
Dunque, ormai il fenomeno maggiormente diffuso è quello delle cosiddette truffe online, intese non solo quelle sentimentali/romantiche (romance scam), o quelle dei settori dell’eCommerce e immobiliare, ma anche quelle legate al trading online.
Dati ed importi
Nel 2023 le truffe relative al trading, denunciate alla Polizia Postale, hanno raggiunto la cifra di 111,6 milioni sui 135 milioni totali, subendo un aumento del 20% rispetto all’anno 2022, ed i casi denunciati sono saliti del +12% (IlSole24Ore Plus24).
Gli importi medi lucrati sono molto ingenti; infatti, a IlSole24Ore Plus, Ivano Gabrielli – direttore del Servizio Polizia Postale – ha dichiarato: “le perdite economiche che subiscono le vittime del falso trading sono spesso elevati, tra i 50mila e 150mila euro, e non mancano persone che […] hanno perso fino al milione di euro”. Tra l’altro, non si pensi che il fenomeno coinvolga solo persone poco istruite, perché rimangono vittime di queste trappole anche professionisti.
Nuove modalità
Cambia la società e di pari passo cambiano ed evolvono le tecnologie, di conseguenza le tecniche utilizzate per questo tipo di reati sono sempre più sofisticate. L’ingresso dell’intelligenza artificiale ha comportato un radicale salto di qualità nei raggiri finanziari: grazie all’utilizzo di video deepfake è possibile far cadere nel tranello le vittime; non solo anche l’utilizzo delle immagini dei loghi di importantissime società e autorità amministrative, ma anche in modo sapientemente i video di falsi testimonial creati ad arte con l’IA.
Il warning della Consob
Anche la Consob, autorità amministrativa indipendente preposta alla vigilanza sulle società e i mercati, è intervenuta di recente con un warning, visti gli avvertimenti sulle truffe caduti nel vuoto e l’aumento esponenziale delle vittime. Spiega l’Autorità che le truffe, oltre ad assumere le forme più disparate, tutte hanno in comune la promessa di un guadagno molto alto in tempi brevi, così proponendo lo schema del gatto e della volpe e dell’albero degli zecchini d’oro (IlSole24Ore Plus24).
La presentazione della proposta di legge alla Camera dei Deputati
Per queste ragioni, oggi 6 marzo, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, sarà presentato la proposta di legge, a prima firma dell’onorevole Letizia Giorgianni (della Commissione Bilancio e Deputata di Fratelli d’Italia) – insieme agli onorevoli Grazia Di Maggio (Deputata di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Cultura) e Fabrizio Rossi (Deputato di Fratelli d’Italia, componente della Commissione Ambiente) tra i cofirmatari del progetto di legge – volto a contrastare questo fenomeno, ormai in grandissima espansione. Altresì, interverranno Luigi Gabriele, Presidente dell’associazione Consumerismo e l’avvocato Lorenzo Allegrucci, Vicepresidente dell’associazione ItaliaOggi.
Nel dettaglio, la proposta di legge è composta di un unico articolo che prevedrà la modifica dell’articolo 240 del codice penale che consentirà la confisca dei mezzi usati dal soggetto per commettere il reato di truffa, quali computer, tablet, telefoni, ciò perché, secondo i firmatari, essi sono soggetti “seriali”, dediti a molteplicità di fattispecie delittuose dello stesso genere al fine di evitare una reiterazione; si aggiunge anche una forma aggravata della truffa, qualora essa si realizza attraverso la vendita di siti internet o piattaforme informatiche, quindi con una forbice edittale maggiore di pena rispetto alla truffa semplice. Ai fini procedurali la proposta di legge detta, per la truffa online, la perseguibilità a querela della parte offesa, per non ingolfare gli uffici giudiziari già in carenza di organico, e dato anche l’alto numero di casi per queste fattispecie delittuose. Infine, si estende anche alla truffa online la confisca “per equivalente”: ciò consente di aggredire qualsiasi bene disponibile del reo, che abbia lo stesso valore realizzato con il profitto del reato commesso, perché la confisca della somma che costituisce il guadagno della truffa non è sempre possibile.