Nella dolorosa scia dell’attacco avvenuto questa mattina nella chiesa di Santa Maria a Sariyer, Istanbul, emergono dettagli scioccanti di un gesto tanto vile quanto insensato. La tranquilla celebrazione della messa domenicale è stata interrotta da due individui armati e mascherati, il cui obiettivo sembrava essere la semina del terrore all’interno della comunità cattolica.
L’attenzione si concentra sulla vittima, Tuncer Cihan, un uomo di nazionalità turca, noto per le sue difficoltà e il suo status di senzatetto. Rifugiandosi spesso nella chiesa italiana di Santa Maria a Sariyer, Cihan cercava conforto e solidarietà nella comunità religiosa. La sua tragica fine è stata segnata da un gesto altruistico, poiché cercava di fermare gli aggressori nel momento dell’attacco.
Il ministro dell’Interno turco Ali Yerlikaya ha fornito una testimonianza dei fatti, indicando che l’attacco è avvenuto alle 11:40, subito dopo la conclusione della messa. Le forze di polizia sono intervenute prontamente, dando inizio a una caccia serrata per catturare i due attentatori.
Le immagini di sicurezza mostrano chiaramente i due individui mascherati che entrano nella chiesa al momento dell’attacco. Circa 40 persone erano presenti durante la celebrazione, e sebbene alcuni rapporti parlino di feriti, le condizioni di questi ultimi non sono ancora chiare.
La solidarietà internazionale
La comunità internazionale ha reagito con forza di fronte a questa tragedia. Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza, mentre il vicepremier Tajani ha condannato fermamente l’attacco, auspicando che le autorità turche arrestino presto i responsabili.
Il contesto di questo attacco è aggravato dalle recenti azioni delle forze di sicurezza turche, che a dicembre scorso hanno arrestato 32 individui con presunti legami con lo Stato Islamico, pianificanti attacchi contro luoghi di culto e istituzioni. La reazione del presidente turco Erdoğan è stata di condoglianze e l’assicurazione che ogni misura sarà adottata per catturare i colpevoli.
In una città già segnata da precedenti attacchi terroristici, l’interrogativo che emerge è quanto ancora dovranno sopportare le persone per colpa del fanatismo e della violenza. Mentre la comunità di Santa Maria a Sariyer cerca di elaborare questo tragico evento, si pone una sfida globale: la necessità di rafforzare la tolleranza e l’unità di fronte alle minacce che cercano di dividere e seminare terrore.