Il 30 dicembre del 2017 una sentenza storica per il bresciano e, più in generale, per la giurisprudenza italiana. Il tribunale ordinario di Brescia, infatti, ha riconosciuto l’identità di donna a Maria Michelle Delmiglio Rouge. Il primo caso nel suo territorio e uno dei primissimi in Italia poiché Maria Michelle è nata uomo e ha intrapreso un lungo percorso per trovare una nuova identità di genere.
Punto fondamentale nella sentenza è che Maria Michelle è una transessuale non sottoposta ad intervento di modifica dei genitali. A dare forza alla richiesta della nostra intervistata la Corte di Cassazione che, in un altro caso, aveva ribadito che il genere di un individuo “non è determinato dalla carne, ma a livello mentale e psicologico”.
Salve Maria Michelle e grazie per aver accettato l’intervista. Quella del tribunale di Brescia è stata una sentenza importantissima. Cosa ha significato per lei e per il movimento LGBT?
Questa sentenza mi ha cambiato la vita, è stato il coronamento di un percorso lungo e impegnativo. Sono moltissimi anni che assumo ormoni e da 12 anni sono seguita dai migliori professionisti del settore. Nell’Ospedale Niguarda di Milano c’è un reparto specializzato per i transessuali, seguito dal primario Maurizio Bini. Debbo dire che io mi sono sempre sentita donna, fin dalla più tenera età, e per questo penso il mio sia stato il compimento di un percorso naturale. Spero questa sentenza possa aiutare tantissime altre ragazze nella mia stessa situazione. Poi, ognuna di noi ha la sua storia, il suo percorso. In tribunale è importante andare preparati, con perizie di psicologi, psichiatri, endocrinologi per dimostrare la giustezza delle proprie richieste. Posso dire, con forza, che da quel giorno la mia vita è cambiata. Abbiamo fatto una battaglia con coraggio e spero possa essere da stimolo per quanti inseguono il mio stesso sogno.
Oggi, forse, c’è un po’ di diffidenza nei confronti di ciò che non si conosce. La figura del transessuale è ancora difficile da comprendere. Secondo lei si tratta di intolleranza? L’Italia è un paese omofobo o ha riscontrato comprensione?
Non credo l’Italia sia un paese omofobo o intollerante nei confronti del diverso. Come tantissime altre sono stata discriminata, certamente; a scuola venivo presa in giro, per esempio alle medie venivo chiamata “fr..io”. Però sono sempre stata forte e su di me non ha mai pesato il giudizio della gente. Io ho realizzato il mio sogno. L’unica cosa di cui avrei bisogno, come molte altre persone, è di un lavoro fisso e sicuro. Per il resto, la discriminazione c’è anche nei confronti delle ragazze grasse, dei ragazzi considerati “secchioni”, nei confronti di chi nasce diversamente abile. La discriminazione, in Italia come nel mondo, è molto difficile da debellare e quando si intraprende un percorso come il mio c’è bisogno di tanta forza, tanto coraggio e dell’amore della propria famiglia. Amore per me essenziale.
Quali sono state le maggiori difficoltà?
Sicuramente la maggiore difficoltà sta nella ricerca di un lavoro fisso che possa permettermi di realizzare totalmente anche il lato lavorativo della mia vita. Ma non demordo, sono molto credente e ho la fortuna di poter contare su due genitori straordinari che hanno saputo amarmi e che sono sempre rimasti al mio fianco in tutti questi anni in cui combattevo una battaglia di civiltà. Dal punto di vista medico, il primo problema pratico è l’intervento di mastoplastica. Ricordo ancora quando lo dissi a mio padre e lui, a 19 anni, mi regalò il mio primo seno. Anche se, purtroppo, non tutte le ragazze trans gender hanno questa fortuna. Per questo mi espongo così tanto. Spero la mia storia possa essere da esempio per tutte quelle famiglie che hanno ragazzi con il mio stesso bisogno e che possa spiegare che una famiglia deve essere unita dall’amore, qualunque siano le inclinazioni, legittime, dei figli.
Oggi è felice? Ha fiducia nel futuro?
Si, sono felice, e mi ritengo una donna fortunata che ha realizzato il suo sogno. Per il futuro vedo tante cose belle. Sono positiva. Sto pensando di scrivere un libro per raccontare la mia storia. Poi, dopo le tante ospitate in televisione, non posso non confessare di essere rimasta affascinata da questo mondo. Mi piacerebbe partecipare a un reality Show, così da mostrare a tutti chi è veramente Maria Michelle Del Miglio Rouge. Ma vedremo cosa riserverà il futuro.
Grazie Maria Michelle. In bocca al lupo e un saluto da parte mia e di tutta la redazione di Lanterna.
Grazie a voi e un saluto carissimo ai vostri lettori.