“Mefistofele” apre la stagione dell’Opera di Roma: l’essere umano tra peccato e purezza

C’è grande attesa per l’apertura della stagione 2023-2024 del Teatro dell’Opera di Roma. Il titolo che inaugurerà gli “sconfinamenti” di quest’anno il prossimo 27 novembre (giorno del compleanno del Costanzi) è Mefistofele di Arrigo Boito.

Lo spettacolo, coprodotto con il Teatro Real di Madrid, segna il debutto in Italia del regista e drammaturgo australiano Simon Stone, mentre sul podio del Costanzi salirà il direttore musicale Michele Mariotti. Entrambi alle prese con il titolo per la prima volta.

Un binomio già collaudato quello tra i due artisti, che nel 2019 avevano lavorato assieme ne La Traviata messa in scena a Parigi.

«Quest’opera ci invita a comprendere che non si può giungere alla conoscenza del mondo e di noi stessi con l’isolamento, ma che è necessario confrontarsi con gli altri – ­spiega Stone –. Per comprenderla bisogna essere disposti a ragionare e confrontarsi sul concetto di peccato e del nostro ideale di purezza».

Mefistofele è una denuncia urlata, un grido contro il populismo e l’egoismo dell’uomo che non ha a cuore gli interessi della comunità. Boito scegliere di veicolare questo messaggio attraverso la musica e il Coro, espressione per eccellenza di una collettività, a cui vengono affidate alcune delle sezioni musicali più belle e complesse dell’opera.

«Abbiamo scelto Mefistofele – dice Mariotti – perché rispecchia perfettamente la nostra idea di teatro: un luogo che parla sia dell’uomo di oggi, fornendo gli strumenti per conoscere più a fondo la nostra realtà e per interpretarla, sia dell’uomo come archetipo, con i suoi valori psicologici atemporali e le sue pulsioni eterne.
Per il teatro – conclude il maestro – è una sfida ma anche una grande opportunità mettere in scena un capolavoro così imponente, che coinvolge tutte le forze interne e le masse artistiche».

I protagonisti che saliranno sul palco sono John Relyea nel ruolo del titolo, Maria Agresta nella parte di Margherita/Elena e Joshua Guerrero in quella di Faust. Un cast fortemente voluto dal direttore musicale, capace di unire grandi competenze musicali e interpretative.

Le scene e i costumi sono affidati a Mel Page, mentre le luci di James Farncombe. Ciro Visco dirige il Coro, al quale si affianca le voci bianche del Teatro.

Subito dopo Mefistofele, Mariotti sarà nuovamente impegnato al Costanzi dal 9 al 14 dicembre con il secondo appuntamento della stagione operistica: Tosca. Opera che ha affrontato recentemente nella tournée del lirico capitolino in Giappone e che ha riscosso un enorme successo.

Sulla stagione appena conclusasi il sovrintendente Francesco Giambrone ha tenuto a sottolineare gli ottimi risultati dello scorso anno. Un teatro pieno e in ottima salute, e quindi felice.

Nello scorso anno sono stati oltre 240 mila gli spettatori che hanno varcato le porte del Costanzi, registrando nella maggior parte delle date il tutto esaurito.

Uno sforzo quello della direzione Giambrone-Mariotti di rendere il teatro un luogo sempre più aperto e vicino alla sua comunità, che ha ripagato il lirico anche in termini di abbonati: «Per la prima volta c’è una crescita significativa degli abbonati nella stagione, che è attorno al 10%, e che continua a crescere» ha aggiunto il sovrintendente.

Dopo la prima, lo spettacolo verrà replicato da mercoledì 29 a martedì 5 dicembre. L’anteprima giovani è in programma per sabato 25 novembre ore 18.00. L’inaugurazione è trasmessa da Rai Cultura in prima serata su Rai5 alle 21.15 e in diretta su Radio3 Rai alle 18.00.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here