Cinema: “C’è ancora domani” vince il Biglietto d’Oro, superato il milione di spettatori

C’è ancora domani, la pellicola dell’attrice e regista Paola Cortellesi, vince il Biglietto d’Oro 2023 poiché ha superato il milione di spettatori e i sfiora i 19 milioni di euro di incassi. Il premio è assegnato dall’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) e verrà consegnato nelle giornate professionali di Sorrento il 30 novembre presso l’Hilton Sorrento Palace.

Ha fatto tornare gli italiani in sala ma anche a riflettere sul ruolo della donna negli anni dell’immediato secondo dopoguerra, nonché nella nostra contemporaneità.

Cenni sulla trama

Roma, 1946, la protagonista Delia (Paola Cortellesi) è madre di tre figli e moglie di Ivano (Valerio Mastandrea), padre padrone di una famiglia umile. Delia è definita esclusivamente dai suddetti ruoli e a complicare la situazione c’è Ivano (Giorgio Colangeli), nonché il suocero burbero di cui la protagonista si prende cura. A darle un poco sollievo l’amicizia con Marisa (Emanuela Fanelli) con cui condivide qualche confidenza. La trama sostanziale vede Delia lavorare duramente per prendersi cura del focolare domestico, eppure c’è un dettaglio che infastidisce particolarmente gli uomini di casa: Delia è una donna che dice la sua. In un momento storico in cui la parola per le donne era un enorme privilegio, Delia lotta per far sì che almeno sua figlia Marcella (Romana Maggiora Vergano) possa evitare di incedere verso una sorte negativa e faticosa, affine alla sua. 

Contesto e considerazioni

Il contesto storico è quello delle elezioni politiche in cui, tramite il referendum del 1946, bisognava optare per Monarchia o Repubblica. Un contesto in cui gli strascichi del ventennio fascista erano immediatamente vicini e prevaleva l’incomunicabilità persino nell’ambiente domestico, dunque non solo sociale; un momento storico in cui l’emancipazione femminile come tematica politica iniziava appena a serpeggiare fra le menti. La donna aveva appena ottenuto il diritto di voto sì, ma era ben lungi dal poter esprimersi liberamente. in C’è ancora domani viene narrato, con eleganza quasi neo-realista, il dramma individuale di una donna che lotta nella propria vita e per la propria vita; ma anche il dramma collettivo di una società che vede l’uomo — quindi non solo la donna —  vittime di un meccanismo malsano di violenza, non comunicazione e privazioni. Paola Cortellesi e, in generale, la squadra di produzione di C’è ancora domani hanno portato il Bel Paese a porre l’attenzione su un problema identitario e culturale, intrinseco alla società, purtroppo ancora oggi evidente. Il ruolo della donna come “balia del focolare domestico” è un retaggio che ha ripercussioni sociali ed economiche negative, se non violente.

La pellicola merita il Biglietto d’Oro sì, ma anche di rimanere nella storia della collettività come promemoria della possibilità individuale di autodeterminazione della donna e non solo: la storia di C’è ancora domani può svegliare la coscienza dell’’uomo verso una possibile catarsi da retaggi ormai superabili nella loro obsolescenza. 

In conclusione, C’è ancora domani è un film politico, potente, scritto e interpretato con coscienza, che lancia un messaggio di slancio verso una società collettivamente più emancipata. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here