“Baba”, l’esordio di Mohamed Maalel. Ricordare è continuare ad amare

Ho odiato tante cose nella vita, ma ho compreso che odiare è un’inutile perdita di tempo. Allora ho deciso di amarti, di portarti dietro, sulle mie spalle

Baba è il romanzo d’esordio di Mohamed Maalel pubblicato da Accento Edizioni nel 2023.

Il protagonista è Ahmed, un giovane italotunisino nato ad Andria, tra riso patate e cozze e couscous, in una famiglia dove si mescolano culture, lingue e dialetti. Tra una nonna che gli parla in andriese e il padre che cerca di insegnargli il tunisino.

Ahmed, ormai adulto, si ritrova dinanzi al letto d’ospedale di Baba, ovvero il padre. Da qui inizia il racconto di questo rapporto padre-figlio in cui quest’ultimo ripercorre la vita di questa famiglia, così turbolenta, segnata dalla presenza di questo padre, che unisce violenza e un forte amore, tra uno schiaffo e quei piccoli gesti pieni di affetto, come le passeggiate al parco e il cornetto al cioccolato portato a letto.

Ahmed racconta questo rapporto a partire dall’infanzia e con gli occhi di un bambino racconta i litigi tra padre e madre, le innumerevoli volte in cui le mani del padre hanno colpito il viso della madre. Forte è la sua sensazione di rabbia in questi momenti. Cerca ogni modo per dare conforto alla madre, scrivendole delle lettere oppure invitandola a ballare sulle note di L’emozione non ha voce di Adriano Celentano, una delle pagine più intense del romanzo.

Il racconto diventa occasione per confrontarsi con le proprie radici. Ahmed vive un rapporto contrastante con le sue origini: affronta il trauma della circoncisione, mangia il salame di nascosto dal padre fino alla sofferente scoperta della propria omossessualità. Compie tutto ciò che per la sua cultura e per il padre sarebbe peccato. Rievoca le difficoltà nel vivere con i suoi coetanei, l’essere lasciato solo perché ritenuto “diverso”.

A emozionare in questa storia è la mancanza di uno odio effettivo. Ahmed non riesce a odiare suo padre, come sua madre non riesce nei confronti del marito. Perché l’odio si dimostra inutile di fronte alla necessità di comprendere a fondo i motivi del comportamento del padre. La loro forza si percepisce nel rimanere una famiglia, nel non rimanere vittime della violenza ma nel saper andare oltre. Ahmed, nel dialogo col padre, decide di accompagnare la rievocazione alla volontà di riscatto, perché solo così potrà esprimere se stesso e il suo amore nei confronti di un padre a cui molto spesso si è sottratto. 

L’autore ci porta in una storia in cui si mescolano multiculturalità, famiglia, legami e identità. Il suo racconto non è mai scontato e a renderlo più suggestivo è la scrittura che fa vivere al lettore in maniera profonda le emozioni dei protagonisti. Non si può rimanere indifferenti al loro legame. C’è poi l’ironia con cui racconta il miscuglio tra le sue origini, tra le regole così rigide imposte dal padre e la famiglia materna, con la sua nonna e le sue zie pronte a imbandire la tavola per un tradizionale cenone di Natale a cui alla fine parteciperà anche il padre. 

Ahmed e Baba ci insegnamo il valore del perdono, della comprensione e dei legami. Oggi abbiamo sempre più bisogno di storie che ci spingono a smettere di provare odio. Ahmed avrebbe potuto girarsi dall’altro lato e ignorare il padre malato che tanto l’ha fatto soffrire, ma non l’ha fatto. Così, nonostante il poco tempo trascorso insieme, decide di ricordare il padre come modo per continuare ad amarlo.

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