Economia di guerra: le motivazioni che spingono l’Iran a finanziare Hamas

Hamas è un’organizzazione politica e militare palestinese designata come gruppo terroristico da diversi paesi e organizzazioni, tra cui Stati Uniti e l’Unione Europea. A causa di ciò, fornire finanziamenti o sostegno ad Hamas è considerato illegale in molte giurisdizioni e può comportare gravi conseguenze legali. Si tratta di un argomento considerato oggigiorno di interesse internazionale; storicamente, l’organizzazione ha ricevuto sostegno finanziario da varie fonti, sebbene i dettagli sui canali di finanziamento siano stati spesso oscurati. Tra le fonti di finanziamento di Hamas emergono organizzazioni di beneficenza che, in passato, sono state accusate di incanalare denaro verso Hamas con il pretesto degli aiuti militari, comportando una maggiore attenzione sugli enti di beneficenza che operano nelle aree in cui Hamas è operativo; ancora, una serie di raccolta fondi e donazioni svolte sia all’interno dei territori palestinesi che da parte di simpatizzanti siti all’estero; infine, la riscossione di tasse e prelievi su beni e servizi che di fatto genera entrate per governance e attività militari dell’organizzazione.

Tra le sopracitate fonti di finanziamento spicca, tuttavia, l’assistenza finanziaria e militare da parte dell’Iran, principalmente guidato da fattori legati a considerazioni geopolitiche, ideologiche e strategiche.

Perché l’Iran finanzia Hamas?

Sembrano diverse le motivazioni che spingono l’Iran a garantire aiuto economico ad Hamas. La comune opposizione a Israele è certamente una di queste, con l’Iran che vanta un’ostilità di lunga data e profondamente radicata nei confronti di Israele, opponendosi con veemenza alla sua esistenza. Ma non solo: sia l’Iran che Hamas condividono un fondamento ideologico comune radicato nell’estremismo islamico e nel sentimento antisraeliano. Entrambi aderiscono infatti all’interpretazione radicale dell’Islam che rifiuta la legittimità di Israele, sostenendone la sua eliminazione. L’Iran inoltre cerca tutt’oggi di espandere la propria influenza in tutto il Medio Oriente, ed il sostegno ad organizzazioni come Hamas gli consente di aumentare la propria influenza nel conflitto israelo-palestinese. Sostenendo Hamas, l’Iran guadagna un punto d’appoggio nei territori palestinesi e può svolgere un ruolo rilevante nel plasmare le dinamiche politiche e di sicurezza nell’area. Ancora, l’Iran usa il proprio sostegno ad Hamas come strumento di propaganda e per ottenere l’appoggio di segmenti della popolazione musulmana solidali con la causa palestinese. Presentandosi come un campione della lotta palestinese, l’Iran rafforza la propria immagine e influenza nel mondo musulmano, percependo al contempo tale sostegno come un deterrente contro potenziali azioni militari da parte di Israele o suoi alleati, aumentando i potenziali costi di un’aggressione contro l’Iran.

Dunque, anche l’Iran è in guerra?

Negli ultimi anni l’Iran non è stato direttamente coinvolto in una guerra su vasta scala; eppure, il suo coinvolgimento in vari conflitti e guerre in Medio Oriente non è un mistero, nonostante, nella maggior parte dei casi, si identifichi con un semplice sostegno segreto a gruppi, milizie e attori non statali nella regione, piuttosto che da un impegno militare diretto. Ne sono esempi i conflitti in Siria, dove l’Iran è stato uno dei principali sostenitori del governo siriano guidato dal presidente Bashar al-Assad. Ha, in particolare, fornito aiuti finanziari, consiglieri militari e, in alcuni casi, ha anche schierato milizie per combattere a fianco delle forze governative siriane; in Iraq, in cui è significativo il sostegno a milizie e gruppi politici sciiti, svolgendo al contempo un importante ruolo nella lotta contro l’ISIS; in Libano, dove oggi l’Iran risulta sponsor principale di Hezbollah, una potente organizzazione militante sciita; in Yemen, dove l’Iran è accusata di fornire sostegno ai ribelli Huthi, che si oppongono al governo nazionale riconosciuto a livello internazionale; e, appunto, in Palestina.

Anche se, nel corso degli ultimi anni, l’Iran non è stato coinvolto in una guerra su vasta scala, il suo coinvolgimento in questi conflitti ha certamente contribuito all’instabilità dell’area, comportando preoccupazione, controversie diplomatiche e sanzioni internazionali.

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