Durante le quattro recite previste per il mese di luglio (17 e 18, 24 e 25), nell’Arena Gigi Proietti Globe Theatre, è andato in scena lo spettacolo “Sonetti d’amore” con regia di Melania Giglio, che veste anche i panni della Musa di William Shakespeare, interpretato da Simone Ciampi. Completano il cast Sebastian Gimelli Morosini (Il Conte di Southampton) e Francesca Maria (la Dark Lady).
L’intento è quello di dare nuova vita ai sonetti di Shakespeare, spesso oscurati dalla straripante fama dei suoi drammi teatrali: la recitazione di alcuni tra i versi più belli, infatti, è incastonata all’interno di una storia in cui il tema sentimentale della passione, dell’amore e della gelosia si intreccia a quello letterario dello stile, dell’ispirazione e della gloria poetica.
Il perno dello spettacolo è senza dubbio costituito dalla Musa, a cui la Giglio dà magistralmente voce: le sue doti musicali le permettono di concepire per se stessa un personaggio che si esprime quasi esclusivamente attraverso il canto. Melania è infatti una cantante dall’emissione vocale intensa ed espressiva che unisce ad una mimica attoriale carica di significato,
Largo spazio è dunque riservato all’elemento musicale, che spazia dalle canzoni dalle sonorità al contempo blues e rock di Marvin Gaye,Leonard Cohen ed Amy Winehouse, per citarne alcuni.
Una colonna sonora che è anche colonna portante dello spettacolo, in quanto la sua funzione è quella di far capire allo spettatore che il processo creativo e la dimensione emotiva hanno la stessa, concreta, importanza nella vita del poeta. Simone Ciampi dimostra di saper ben rendere sulla scena i sentimenti conflittuali di Shakespeare, che cerca di far ingelosire l’amato Conte di Southampton (la cui raffinata sensualità è incarnata perfettamente da Sebastian Gimelli Morosini) con una passione carnale per la Dark Lady, interpretata da Francesca Maria con generosa e vivacissima prorompenza.
Il dramma dell’amore non corrisposto dello Shakespeare-uomo si intreccia costantemente con quello della mancanza di ispirazione dello Shakespeare-poeta, che all’inizio dello spettacolo cerca invano di trovare il verso perfetto nella combinazione fra la metrica corretta e l’aggettivo più raro, per poi scoprire che la poesia, o almeno il suo nucleo più autentico, non si costruisce a tavolino, o almeno, non solo: è una miracolosa combinazione fra la maestria compositiva e il coinvolgimento di sentimenti così intensi che pretendono di essere fissati con carta e penna.
La penna d’oca è un oggetto di scena fondamentale per lo spettacolo: simboleggia la difficile ricerca dell’ispirazione quando è la Musa che la tiene tra le dita, in attesa di riconsegnarla al poeta e di guidargli la mano, quando, nel pieno del processo creativo che corre a gonfie vele, la facilità di composizione deve stare dietro alla velocità con cui le immagini e le espressioni poetiche scaturiscono dalla mente di Shakespeare. Anche e soprattutto dopo la morte del poeta la penna d’oca riveste un ruolo fondamentale: commuove la scena in cui la Musa accarezza a fil di penna il profilo di Shakespeare che, dopo questo potente gesto metaforico, apre gli occhi, si alza, e riprende tra le dita l’oggetto che gli ha permesso di non morire mai del tutto.
Perché è innegabile che, dopo più di quattro secoli, d’attore in attore, la sua Poesia approda a noi e di noi ancora una volta ci parla.
Dopo aver ricevuto, insieme agli altri attori, i meritati applausi, Melania Giglio prende la parola e ringrazia il pubblico, che sta facendo sentire la propria presenza in questa stagione teatrale di transizione. È infatti molto importante portare avanti il sogno a cui Luigi Proietti ha dato vita vent’anni fa, quello di avere il Globe Theatre a Roma e quindi Shakespeare a portata di mano, d’orecchio e di sguardo.
In attesa che il Globe possa riaprire al più presto in sicurezza, chi volesse passare una serata all’insegna del teatro shakespeariano può dare un’occhiata al sito www.globearena.it: ci sono ancora diversi spettacoli che vi aspettano, in programma nel mese di agosto e settembre.
Scrittura chiara ma estrosa allo stesso tempo, la cara Beatrice non delude mai le aspettative del lettore! Mi è venuta voglia di assistere ad uno di questi spettacoli!