Molti Paesi sono stati chiamati alle urne quest’anno, tra cui l’Italia per le Amministrative e le Regionali, e nazioni come Spagna, Turchia, Pakistan e Cuba per il rinnovo del Parlamento. Tuttavia, il fulcro delle attenzioni si è concentrato sulle elezioni spagnole del 2023, in cui il Partito Popolare, guidato da Alberto Núñez Feijóo, ha ottenuto una vittoria che però non è bastata per avere la maggioranza parlamentare, soprattutto considerando il crollo dei sovranisti di Vox.
Per ottenere una comprensione approfondita delle dinamiche elettorali e del contesto che ha portato a questo risultato, abbiamo intervistato Lorenzo Vita, esperto politico e analista, che ha seguito da vicino le elezioni spagnole.
Ciao Lorenzo, puoi raccontarci come sono state vissute le elezioni in Spagna e il periodo che le hanno precedute?
La campagna elettorale è stata molto dura, caratterizzata a destra dall’attacco al “sanchismo”, cioè il modus operandi di Pedro Sanchez, e alle sue alleanze con i partiti estremisti e indipendentisti. Mentre a sinistra si è evocato lo spettro del possibile governo Popolari-Vox con la chiamata alle urne di tutte le sinistre per fermare la destra. Una campagna profondamente polarizzata, due idee di Spagna completamente opposte. Un duello senza esclusione di colpi.
Quali erano le aspettative degli spagnoli riguardo alle elezioni e come sono state commentate dalla famiglia reale?
La Casa Reale non entra nel merito e non vota, proprio per ribadire la più assoluta neutralità di fronte alle scelte democratiche spagnole. Le aspettative, anche vedendo i sondaggi, erano quelle di una vittoria abbastanza rotonda del centrodestra, specialmente dopo il trionfo alle amministrative. Ma le ultime settimane avevano registrato toni più cauti a destra e più ottimisti a sinistra, cosa che si è poi rivelata esatta dato l’esito di un voto in cui paradossalmente il Psoe ha anche guadagnato due seggi in parlamento.
Quali sono i programmi del Partito Popolare di Feijòo, sia per quanto riguarda la politica interna sia per la politica estera?
Il Pp si è concentrato su diversi aspetti. A livello interno, il tema dell’economia è stato centrale, soprattutto per la spesa pubblica. Aspetti importanti sono stati poi il rilancio del nucleare, la riduzione delle tasse, ma anche la volontà di tornare sulla legge della memoria democratica, un tema ancora profondamente divisivo in Spagna e che riguarda la guerra civile e il franchismo. Da non dimenticare anche i temi bioetici, in particolare eutanasia e aborto, in cui Feijòo ha scelto una via conservatrice ma meno dura rispetto ad Abascal per distinguersi dall’ultradestra.
Come è stata accolto il risultato delle elezioni in Europa?
La vittoria (seppure molto amare) di Feijòo è stata accolta in maniera molto positiva naturalmente dal Partito popolare europeo, di cui il Pp è parte integrante. La caduta di Vox, in cui molti voti in realtà sono defluiti verso i popolari, rischia però di essere un clamoroso freno alle trattative per un’eventuale coalizione tra Ppe e Conservatori al prossimo Parlamento europeo. D’altro canto, la capacità di Sanchez di resistere ha rinvigorito il Partito socialista europeo, che già temeva di essere condannato a vedere cadere un altro governo della sua famiglia. Ora la partita è apertissima, ma se Sanchez non troverà la quadra e si andrà presto al voto, l’Ue avrà davanti a sé non solo una Spagna instabile ma anche un grande gioco di palazzo tutto da chiarire.
Lasciando alle spalle un’elezione avvincente e carica di significati, ci apprestiamo a vedere cosa riserverà il futuro politico spagnolo, mentre altre nazioni si preparano a fare lo stesso nel corso dell’anno. L’attesa è alta, poiché la politica, in fondo, è l’arte dell’imprevedibilità. Sarà fondamentale osservare con attenzione se il Partito Popolare governerà senza una maggioranza schiacciante, dimostrando la resilienza e la capacità di adattamento necessarie per rispondere alle sfide del presente e del futuro, oppure se a governare sarà il Partito socialista di Pedro Sanchez, con una coalizione eterogena che va dal centrosinistra alla sinistra radicale e appoggiata dai secessionisti.
Con gli occhi puntati sulle azioni del nuovo governo spagnolo, ci auguriamo che l’Europa possa assistere a un periodo di stabilità e prosperità, in cui la cooperazione e l’unità saranno i pilastri su cui costruire il cammino verso un futuro condiviso. Le elezioni spagnole del 2023 rimarranno un capitolo importante nella storia politica del paese e un’occasione per riflettere sull’importanza della partecipazione attiva dei cittadini nel plasmare il destino della propria nazione. Che questa sia solo l’inizio di un nuovo capitolo per la Spagna, per l’Europa e per tutte le nazioni chiamate a rinnovare il proprio corso politico. Il futuro è aperto a ogni possibilità, e spetta a noi, cittadini e leader, dare forma a un destino di progresso e benessere per tutti. La storia si è scritta, ma il futuro è ancora da scrivere.