Il turbine della politica, che molti travolge e condanna, stavolta ha puntato dritto contro Daniela Santanché, all’anagrafe Garnero – urge ricordarlo, in una società femminista solo quando conviene esserlo. Visibilia, che se fosse maschile sarebbe un sostantivo molto azzeccato al caso di specie, è la società con cui opera Santanchè da imprenditrice. Secondo alcune inchieste, che hanno portato alla conoscenza del pubblico indagini e fatti già sotto analisi da mesi, la società non avrebbe pagato fornitori, avrebbe licenziato dipendenti senza pagargli TFR, avrebbe posseduto auto di lusso e un appartamento al centro di Roma, nonostante fosse già indebitata. I punti cruciali delle indagini sono facilmente rintracciabili in rete, ciò che preme sollevare in questa sede è una riflessione diversa.
Solita premessa: questa rubrica, da 4 anni e per tutte le settimane, è sempre stata garantista con tutti, tanto con coloro che si professavano caste vergini quanto con coloro che avevano già precedenti con la giustizia. E tra queste righe non si è mai persa l’occasione di ricordare gli assolti dai tribunali, mentre venivano condannati e denigrati dai giornali a colpi di forca, anche quando gli altri, a sentenza arrivata, fingevano di non vedere la realtà.
Precisato ciò, fa riflettere come politici, scelti per ministeri chiave, quindi ritenuti migliori e più adatti di altri, vengano coinvolti in vicende così banali – non nel senso diminutivo dei lavori di indagine, ma tali perché si potevano evitare con condotte più oculate nel tempo. Auguriamo a Santanchè di dimostrare la sua innocenza, a partire dal prossimo intervento in Aula (per quel che può valere), ma ci chiediamo anche che senso avesse intestare un Maserati a una società già indebitata.
Ieri, poi, è arrivato il colpo basso della maggioranza, evidentemente stanca di un peso divenuto troppo grande. Un odg presentato alla camera da una manciata di deputati del PD, di quelli che proponi con la consapevolezza che “ti pare che me l’approvano”. E invece il governo, con la maggioranza, l’ha approvato: impone di sanzionare la società Visibilia.
Santanchè, piccata, dice “hanno fatto bene”. Quei deputati senza speranza hanno applaudito increduli. Gli italiani, già disinnamorati di questa “politicanza”, per quel che può importargliene, osservano con più sdegno la commedia dei “ricchi politici sulle spalle dei poveri contribuenti”. Come può cambiare ritornello, se l’autore persevera nella composizione?