Trump arrestato: motivazioni e scenari in vista delle elezioni presidenziali 2024

Donald Trump è stato inquisito e arrestato con 37 capi d’accusa per la gestione e la sottrazione di documenti riservati, prelevati dalla Casa Bianca e portati nella residenza di Mar-a-Lago. L’ex Presidente si è presentato al tribunale di Miami, dove è stato per consuetudine condotto in custodia cautelare e subito rilasciato. Poi il discorso al Golf Club di Bedminster nel New Jersey con un seguito nutrito di supporter che già lo avevano scortato verso la Corte di Miami.

Perché è stato arrestato?

Non è stato un fulmine a ciel sereno. Da quando Donald Trump è uscito dalla Casa Bianca con un gran quantitativo di documenti riservati, si aspettava l’intervento del Dipartimento di Giustizia. Le indagini avevano portato già dei riscontri positivi per gli inquirenti, ma quando l’FBI ha fatto irruzione nella residenza di Mar-a-Lago del tycoon hanno trovato le prove: i documenti che Trump non avrebbe consegnato in prima istanza erano sparsi in tutta la tenuta e subito si è avvertita la sensazione che vi era di più di ciò che si pensava.

Crimine federale notificato con 49 pagine di accusa per lui e l’aiutante Waltine Nauta. Tra le 38 imputazioni:

• 31 capi d’imputazione per Resistenza, Ostruzione e relativo rifiuto di informazioni riguardanti la Sicurezza Nazionale: da maggio 2022 Trump avrebbe dovuto consegnare tutti i documenti, invece, sostiene l’accusa, sarebbero stati spostati dal Nauta su indicazione dell’ex Presidente e addirittura privati all’avvocato del magnate.​ I documenti che Trump avrebbe sottratto sono classificati come riservati, segreti. È lo stesso Trump ad ammetterlo in varie circostanze. “Sono altamente confidenziali e segreti”. Tra l’agosto e il settembre 2021 Trump avrebbe condiviso una mappa militare top secret con un membro dello staff del suo comitato di azione politica che non aveva un nulla osta di sicurezza, poi avrebbe avvertito la persona di non “avvicinarsi troppo”.

5 per Occultamento e Sfoltita documenti riservati: l’accusa contesta a Trump l’evenienza di una sfoltita dei documenti, ovvero avrebbe chiesto al suo avvocato di cercare e rimuovere nei documenti quelli contrassegnati con possibili violazioni, tra cui alcuni che riguardavano prove di possibile cospirazione dello stesso presidente quando in carica.

• 2 capi per dichiarazioni false: in più casi le dichiarazioni fatte dai due imputati all’FBI si sono rivelate mendaci.

Ancora non sono disponibili altri retroscena sui documenti. La gestione della vicenda da parte dello staff di Trump è stata abbastanza goffa, il caso è stato montato con più facilità del solito grazie all’innumerevole dose di informazioni pervenute agli inquirenti dagli avvocati di Trump. Centrali sono stati gli appunti dell’avvocato Evan Cocoran, legale del tycoon, che hanno costituito una sorta di road map per la Procura, soprattutto hanno permesso di creare l’impalcatura per il caso.

Qual è la versione dell’imputato?

Trump, arrivato con il gran codazzo in tribunale, è salito al tredicesimo piano e in aula ha fatto parlare solo il suo avvocato che ha dichiarato la non colpevolezza del suo assistito. The Donald è rimasto tutto il tempo con le braccia conserte non incrociando alcuno sguardo. 

Più sciolto davanti alla sua platea, il primo ex Presidente ad essere inquisito (per due volte) e arrestato, ha alzato il tiro dello scontro con la Corte, accusando:

Minacciarmi di 400 anni di prigione per il possesso dei miei documenti presidenziali, cosa che quasi tutti gli altri presidenti hanno fatto, è una delle teorie legali più oltraggiose e feroci mai avanzate in un tribunale americano“.

Per verità la legge Presidential Records Act è del 1978 regola i documenti presidenziali, differenziando gli atti ufficiali dai personali, precisando che la proprietà, la conservazione e il controllo di suddetti documenti sono a discapito dell’Archivio Nazionale dell’Amministrazione. Quindi da Reagan in poi, i former president non hanno mai portato via documenti ufficiali dalla Casa Bianca​. Non sarebbe la prima volta in cui Trump in un suo discorso fa molti enunciati che presi uno per uno potrebbero essere smontati ma che nel contesto fungono da benzina sul fuoco per la folla di astanti riottosi verso le istituzioni.​

La difesa più strenua del magnate è quella della caccia alle streghe, che più volte cita, dello scontro politico, di un dipartimento politicizzato non solo dai democratici ma da tutti i suoi oppositori, anche il seno al GOP. Per suffragare l’ipotesi della persecuzione scomoda la storia americana e si fonda sull’esclusiva di essere l’unico ex Capo di Stato americano a finire nel mirino della legge. Un’onta negativa che Trump gira come la prova della persecuzione, nell’imperituro slogan “Why always me?” (Perché sempre io?)

In realtà è una grande mossa di The Donald, non perché non abbia l’acume politico per vincere le prossime elezioni, ma perché deve polarizzare ancor di più la sua base e quella degli scontenti. Un’accusa così grave lo metterebbe in brutta luce per quegli elettori repubblicani moderati o tutta quella frangia patriottica che aveva visto in “Make America Great Again” un nuovo modo di concepire la narrazione americana. 

Trump verso il 2024

Gli appuntamenti per Donald Trump ora si dividono in due. Una è la parte legale, dove dovrà rispondere di tutti i capi di imputazione. Tra l’alto in ottobre è prevista la seconda chiamata in un tribunale americano per Trump per la vicenda dei rimborsi elettorali e dell’ex pornostar Stormy Daniels.​ L’altra è la parte strettamente elettorale. Prima deve vedersela con il suo grande avversario all’interno del GOP, il Governatore della Florida, Ron De Santis, messo nel mirino della campagna di Trump ma forte dei risultati scorsi elettorali. 

Se dovesse essere incaricato dalle primarie repubblicane come candidato presidente, si avrà il secondo round dopo il 2020 con Joe Biden, l’attuale Presidente in grande difficoltà con i sondaggi ma con una coalizione molto più coesa. Una vittoria di Trump alle primarie repubblicane creerebbe due forti poli contrastanti e la situazione sarebbe ancora più da polveriera rispetto al già esagitato 2020\2021 con l’accusa di brogli, i riconteggi dei voti, la non volontà di accettare la vittoria dell’avversario e per finire l’assalto a Capitol Hill.

La saga giudiziaria ed elettorale di The Donald non finisce sicuramente qui, poiché si ha la sensazione che con Trump e i suoi colpi di teatro ci sia sempre un “to be continued”.


PER SCARICARE IL TESTO ORIGINALE DELLA CORTE


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