Torino, Salone del Libro: Davide Rondoni e Gian Mario Villalta, raccontano “Il Bosco degli Scrittori”

Il nel Bosco degli scrittori è un’area all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino dove è possibile entrare in contatto con oltre 200 specie vegetali.

Qui si è scolta una conversazione tra due autori: Davide Rondoni e Gian Mario Villalta, entrambi parte della collana chiamata proprio “Il Bosco degli Scrittori” (Aboca Edizioni).

Questa serie di libri, oltre a sottolineare il legame che sussiste – da sempre – tra uomo e natura, ha dimostrato quanto sia importante e incisivo il valore dell’editoria, in qualità di portatrice di ideali come il rispetto e la cura di sé stessi e dell’ambiente che abitiamo. Aboca, infatti, ha come punto di partenza della sua storia, l’interesse per la cura per il corpo attraverso prodotti naturali.

La riflessione sui temi riguardanti la natura e l’ambiente, al giorno d’oggi quanto mai cocenti e rilevanti, è portata avanti grazie a una passione tangibile all’interno del Bosco stesso. Ogni evento, ogni autore, ognuno che possa entrare e perdersi, non rimane indifferente di fronte alla profondità e al piacere di far proprie tutte quelle tematiche con cui viviamo a stretto contatto.

Quest’anno, Aboca Edizioni ha ampliato l’area del Bosco, introducendo ulteriori percorsi e ambienti rispetto allo scorso Salone, affidandosi all’aiuto e alle conoscenze dei loro botanici.

I due romanzi qui presentati da Rondoni e Villalta – Il concerto del viale dei lecci e L’olmo grande – mettono subito in luce come, checché se ne possa credere, le storie di famiglia si intreccino il più delle volte con il caso, la storia e la natura; così come accade con i rami che vanno a dar forma all’albero.

Nonostante appaiano così diversi e distanti, queste tematiche hanno in sé un filo conduttore che le mette in rapporto e a confronto.

Gli autori, attraverso lo strumento della parola, della tecnica della scrittura o della poesia danno voce a esperienze che – probabilmente – i parenti hanno vissuto più intensamente.

Allora questo viale, questo olmo e questi intrecci di vita – sia personali che comunitari – aprono al lettore la possibilità di riflettere su cosa sia effettivamente la storia e quale sia il tipo di rapporto che intercorre con la natura.

Spesso accade che dimentichiamo che per un lungo, lunghissimo tempo, uomini, piante e animali convivessero insieme.

Al termine delle presentazioni, rimane vivida la sensazione degli uccelli che cantavano, dall’alba al tramonto, nel viale dei lecci e di quell’ombra dell’olmo – un tempo imponente ed ora bruciato.

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